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19 Maggio 2022 - 13:49Siamo nella torrida estate del 2018, è la fine del mese di giugno ed il sole è alto nel cielo, così alto e rovente che le temperature arrivano a toccare, ed in alcuni casi a superare, i 30 gradi. Ci troviamo negli Stati Uniti, più precisamente ad Harrah nello stato dell’Oklahoma, e sembra comunque una giornata estiva come tante. Purtroppo sappiamo anche fin troppo bene come anche le più innocue e banali giornate possano finire in tragedia.
In quell’occasione, infatti, una nonna ha lasciato in auto il nipote sotto al sole per giocare al casinò Kickapoo di Harrah. Ma andiamo a ricostruire i fatti e poi cerchiamo di trarre le nostre conclusioni dal tragico accaduto.
La vicenda del piccolo Maddox Ryan Durbin in Oklahoma
Il giovanissimo Maddox Ryan Durbin di cinque viene affidato alla nonna, una cinquantenne di Oklahoma City di nome Alanna Jean Orr, che avrebbe dovuto badare a lui. Ma pare che durante il viaggio in macchina la nonna volesse fare una rapida sosta al casinò locale per qualche puntata lasciando il nipotino in auto ad attenderla.
Se ci avesse impiegato poco tempo sarebbe stata davvero una giornata estiva come tutte le altre eppure, stando alle ricostruzioni fatte basandosi sulle registrazioni delle telecamere di sorveglianza, la donna è arrivata al casinò alle 13.23 ed è ritornata alla sua macchina solo alle 19.28 per fare la macabra scoperta. Sul sedile giaceva il nipote senza vita.
Il bambino è stato letteralmente “ucciso dal caldo” perché, in quell’arco di tempo, la temperatura esterna è arrivata a toccare i 32 gradi trasformando di conseguenza la macchina in un forno. A quanto pare non erano stati lasciati aperti i finestrini, una bottiglietta d’acqua e neanche accesa l’aria condizionata, tre piccoli accorgimenti che avrebbero di certo aumentato le probabilità di cavarsela del minore.
Dopo aver fatto questa scoperta la donna ha chiamato subito i soccorsi che, oltre a constatare tristemente il decesso rendendo inutili i tentativi di rianimazione, hanno anche rilevato come il giovanissimo Maddox Ryan Durbin fosse oramai deceduto già da qualche ora.
La sentenza
La donna si è dunque dichiarata colpevole di abbandono di minori ed omicidio di secondo grado aggiungendo anche che si era immaginata che potesse succedere qualcosa, ma non ci ha fatto troppo caso. In conclusione Alanna Jean Orr si è presa una condanna a 17 anni per negligenza nella custodia di minore, 3 anni aggiuntivi di libertà vigilata ed una multa di circa 4.000 dollari al Fondo di indennizzo delle vittime della contea di Oklahoma City per il costo del funerale del nipotino.
A questo punto che cosa ci può insegnare una tragedia del genere? Visto che alcuni eventi simili si sono tristemente verificati anche qui in Italia questo significa che, quando ci si trova a badare ad un minore, l’attenzione deve essere completamente rivolta a quest’ultimo poiché non è ancora in grado di badare a sé stesso.
Poi certo, di solito si lascia un figlio ai nonni o agli altri parenti perché magari non si è trovato nessun altro, ma bisogna essere certi che i suoi “tutori a breve termine” (se così vogliamo chiamarli) siano delle persone serie ed affidabili. E sappiamo bene quanto è difficile negare ciò ad un parente!
Se poi andiamo ad analizzare un altro punto della vicenda, ovvero che per qualche ora non hanno avuto notizie, sarebbe stato il caso di fare una telefonata o due ogni tanto giusto per sapere se il piccolo stava bene o se aveva bisogno di qualcosa. In questo caso le probabilità di riabbracciare il piccolo Maddox sarebbero aumentate più che considerevolmente.
La ludopatia
Visto che poi la Orr è andata al casinò nonostante avesse dovuto badare al giovanissimo nipote, questo ci fa capire come la ludopatia sia un fenomeno da non prendere sottogamba. Del resto va ricordato che, in queste settimane, un team di ricercatori danesi della startup Mindway AI, ha elaborato una intelligenza artificiale in grado di riconoscere i casi di dipendenza da gioco d’azzardo, ma la strada da fare è ancora lunga.
Andiamo ora a considerare l’età della nonna. All’epoca dei fatti la donna aveva solo 50 anni e questo vuol dire che, nonostante non fosse più una teenager, avrebbe potuto comunque avere accesso ad un computer o ad un dispositivo connesso ad Internet se proprio voleva fare qualche scommessa. Di portali come Casino.com (cliccando qui potete trovare la review di Truffa.net) e simili la rete ne è piena. Arrivati a questo punto avrebbe potuto giocare a casa propria e tenere il bambino in un contesto sicuro, ma in primis il focus avrebbe dovuto centrarsi sul problema di dipendenza della donna.