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L’impatto delle riforme in Italia sul gioco d’azzardo: come è cambiato il settore?

Il settore del gioco d’azzardo in Italia è regolamentato dallo Stato. Questo perché è un monopolio, come per esempio i tabacchi e altri servizi considerati “di carattere pubblico”. Lo Stato supervisiona che le attività di casinò vengano svolte nel rispetto della legge, che è mirata a tutelare i cittadini.

Con il susseguirsi di numerosi governi e cambi di rotta tra gli orientamenti di destra o sinistra, anche le norme sul gioco d’azzardo sono cambiate. Alcune di queste, avvenute in particolare negli ultimi anni, hanno avuto un impatto più significativo di altre. Se ancora non le conosci, potrebbe interessarti scoprirle per sapere come è cambiata l’esperienza di gioco per milioni di italiani.

Dal 2018

Dal 2018 alcune regole sono cambiate nel settore con l’introduzione del Decreto Dignità. Il Governo Conte ha introdotto alcune limitazioni allo scopo di ridurre la facilità di accesso al gioco d’azzardo. 

Tra le misure più rilevanti, troviamo l’impegno a diminuire il numero di slot machine circolanti sul territorio e l’obbligo di utilizzo della tessera sanitaria per poter giocare. Questa misura aveva soprattutto lo scopo di aumentare la tracciabilità delle giocate e delle vincite al casino, che sono tassate al di sopra di 500€.

Dal 2020

Due anni dopo, il Governo Conte Bis (ossia, durante il suo secondo mandato) decise di proseguire la direzione presa in precedenza. I punti elencati sopra restano gli stessi, con particolare irrigidimento dei requisiti di:

  • tessera sanitaria per giocare alle slot
  • tassazione per i giochi di casino sia presso i bar che online
  • rafforzamento dei controlli e della supervisione dell’ADM.

A titolo di esempio, alcuni giochi hanno visto un aumento della tassazione sulle vincite, come per esempio il bingo, le scommesse sportive e le slot machine. L’aliquota si aggira solitamente attorno al 20% per le vincite superiori a 500€, anche se queste possono variare a seconda del gioco. 

Tra i vari punti della riforma, il Governo Conte Bis impose anche una maggiore difficoltà per chi volesse aprire i centri scommesse e i punti vendita. In questo contesto, risulta più difficile ottenere la licenza ADM per iniziare a operare legalmente. Inoltre, è sempre più complicato riuscire ad aprire punti vendita in prossimità di ospedali, chiese, oratori e altri luoghi sensibili, così come in determinate aree geografiche particolarmente esposte.

Dal 2024

Di recente introduzione, le riforme del Governo Meloni mirano a rafforzare le misure di contrasto al gioco illegale. Tra i punti della manovra, troviamo alcuni elementi di rilievo come:

  • nuove modalità (più rigide) di controllo e riscossione delle aliquote dall’Erario
  • qualificazione e responsabilità aumentate verso gli organismi di certificazione delle apparecchiature di slot machine, o altrimenti categorizzati come “strumenti da intrattenimento”
  • partecipazione degli enti locali a tutte le procedure di pianificazione e autorizzazione del gioco sul territorio.

Sono previste, insomma, delle ulteriori limitazioni. Gli esercenti dovranno, per esempio, iscriversi a un Albo e pagare una somma di 100€ per poter offrire i giochi. In questo contesto, non risulta difficile vedere che il governo non ha alcuna intenzione di rendere le cose più facili sia per chi vuole offrire giochi d’azzardo, ma anche per chi vuole giocarli. 

In particolare, la tassazione con aliquota al 20% è la più alta di sempre, dai tempi in cui è stato regolamentato il gioco in Italia. Non ci sarebbe da stupirsi se questo governo o quelli successivi decidessero di alzare ancora di più la tassazione.

Le modalità di gioco online e offline non fanno differenza

Le riforme si applicano sia ai giochi presso i concessionari fisici, sia presso gli “operatori a distanza”. Le regolamentazioni riguardano, dunque, anche i siti di gioco online, sempre più famosi e sempre più diffusi tra la popolazione. 
Anche qui, l’intento dei legislatori è di regolamentare un settore che, nonostante le restrizioni, risulta comunque in crescita anno dopo anno, con un aumento di fatturato costante. Il 2022, per esempio, è stato un anno di forte crescita. Sarà per questo che il governo vuole porre delle limitazioni?

Redazione
Redazione
Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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