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Settore no profit: meglio una donazione una tantum o regolare?

Il settore no profit tende ad applicare una distinzione fra due importanti categorie di donatori: i soggetti che effettuano una donazione una tantum e i soggetti che donano in maniera ricorrente. In linea di massima è preferibile poter contare su donatori regolari, poiché in questo moto è possibile pianificare le attività con più facilità.

Le donazioni alle organizzazioni non profit

Ogni volta che una organizzazione non profit riceve una donazione ci può essere un buon motivo per festeggiare. Certo è che dietro ciascuna donazione si nasconde un lavoro a dir poco impegnativo e faticoso, che contempla una lunga serie di mansioni di carattere burocratico, ma non solo: è necessario pensare anche alle attività di coordinamento dei volontari e alla comunicazione, che può essere declinata in tanti modi diversi. Non solo la pubblicazione sui social media, ma anche l’invio di messaggi di posta elettronica, le relazioni con i giornali locali e il passaparola. Ovviamente una volta ricevuta una donazione non ci si può considerare appagati, ma bisogna ricominciare subito per cercare di averne delle altre.

Le donazioni una tantum e quelle regolari

Chi gestisce una organizzazione onlus dovrebbe verificare quale tipologia di donazione ottiene più spesso tra quelle una tantum e quelle regolari. Nel caso in cui si tratti di un’organizzazione di grandi dimensioni, può essere che si tratti di donazioni di tutte e due le tipologie. D’altro canto, con un’organizzazione più piccola, in genere sono più frequenti le donazioni occasionali. Mentre una donazione una tantum assicura un sostegno occasionale all’organizzazione, i donatori regolari supportano le onlus in modo continuativo, in genere attraverso una donazione ripetuta ogni mese. Nel nostro Paese, una donazione regolare media ha un importo di 15 euro al mese, il che vuol dire 180 euro all’anno. Per quel che riguarda le donazioni una tantum, d’altro canto, gli importi possono essere più elevati, fino a 50 euro: certo, l’altro lato della medaglia è che quasi sempre si tratta di un’azione di sostegno sola, che a volte può essere correlata a una ricorrenza o comunque a un evento specifico (per esempio il Natale o una festa di compleanno).

Le differenze

Non c’è bisogno di essere dei maghi della matematica per rendersi conto che nel corso di un anno l’impatto che deriva dal sostegno di un donatore regolare è, in termini numerici, decisamente più consistente e apprezzabile in confronto a quello che proviene da un donatore una tantum. Ma non è solo una questione di numeri, nel senso che nel confronto tra le donazioni regolari e quelle una tantum emergono altri punti di forza a favore delle prime. Una donazione regolare viene considerata spesso la maniera migliore per supportare un ente non profit dal momento che essa consente di instaurare un rapporto longevo e stabile fra l’organizzazione e il soggetto che effettua la donazione. Come si è accennato in precedenza, le donazioni regolari consentono alle organizzazioni di programmare le proprie attività, che così possono guadagnare una maggiore continuità.

Il valore dei sostenitori ricorrenti

C’è più di una ragione, pertanto, per la quale un’organizzazione non profit tende a preferire dei sostenitori ricorrenti. È pur vero che non tutti gli enti del settore si possono permettere di realizzare, gestire e mantenere un sistema ad hoc per la ricezione delle donazioni regolari. Specialmente nel caso delle organizzazioni di dimensioni inferiori non è raro che si debba far riferimento a un partner che assicuri il supporto necessario per una campagna di raccolta fondi di successo. Una donazione ricorrente è frutto non solo dell’applicazione di strategie di marketing digitale, ma anche del legame di fiducia che viene a crearsi tra l’organizzazione stessa e chi dona.

Come rivolgersi ai donatori

È molto importante far sapere ai propri donatori, e in generale alle persone che potrebbero diventare tali, che valore ha il loro supporto: per raggiungere questo obiettivo è utile far vedere loro i risultati che sono stati ottenuti proprio per mezzo delle donazioni. Ci sono un sacco di strategie che si possono attuare a questo scopo, scegliendo di volta in volta le newsletter o i social network, ma anche i podcast, i blog o perfino le lettere cartacee più tradizionali. Ogni persona si deve sentire protagonista e artefice di un potenziale cambiamento.

Redazione
Redazione
Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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