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11 Novembre 2022 - 13:20Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere un’etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sur giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che premedita un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina, che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Queste persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo. Jorge Luis Borges, I giusti, (La cifra, 1981).
Sono questi, secondo lo scrittore argentino, i giusti che salveranno il mondo. Mai come oggi, con la guerra in Ucraina in Europa e in tante altre parti del mondo, è attuale la poesia di Borges. Lo scrittore argentino nel pensare alle persone che salveranno il mondo, le individua nella gente di tutti i giorni impegnata in una attività da cui promana la loro bontà: chi scopre con piacere una etimologia, chi gioca a scacchi, chi accarezza un animale addormentato. Tra i salvatori del mondo che non sanno di esserlo, Borges annovera anche chi è contento che sulla terra ci sia la musica. La musica probabilmente tra tutte le arti è quella che più ci apparenta al divino, o comunque a una dimensione non manifesta, spirituale, metafisica, dove ogni affanno e tribolazione della vita un giorno forse potrà placarsi.
La poesia di Jorge Luis Borges
E poi cos’è che ci mette spesso sul piede di guerra? un peccato di orgoglio, il pensare che la ragione stia sempre dalla nostra parte e il torto sia altrui. La ragione non è aprioristicamente da una parte o dall’altra, ma opera costruttivamente nel dialogo con l’altro e quindi richiede quale sua conditio sine qua non la disponibilità all’ascolto. Ed è per questo che Borges fa rientrare tra coloro che salveranno il mondo chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Non manca nella poesia il riferimento alla letteratura da parte di un uomo e una donna che leggono le terzine finali di un canto o che le pagine di Stevenson e chi coltiva la bellezza dei fiori nel proprio giardino. Non viene difficile credere che quindi un uomo che coltiva metaforicamente il suo spirito con la letteratura per edificarvi il giardino della conoscenza, si prenda cura anche del suo giardino reale e delle umili piantine che vi dimorano. Un uomo di questo stampo nutre un atteggiamento benevole e fraterno verso i suoi simili.
Borges fa riferimento a due lavori manuali: il ceramista e il tipografo: il primo ha a che fare col colore e la forma per regalarci vasi di splendente bellezza, il secondo stampa materialmente il testo sulla pagina, magari anche se non di suo gradimento, ma il lavoro è lavoro. Ad entrambi bisogna essere grati. L’autore di Aleph riconosce tra i giusti della terra anche in due impiegati che giocano agli scacchi. Questo gioco in effetti è corroborante per la mente, ci permette di tenerla allenata senza sviluppare una competitività tossica e aggressiva. Andrebbe promosso maggiormente tra i giovani.
‘Ciascuno di noi può salvare il mondo’
Ed ancora di più salverà il mondo chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto, è questa la bontà vera e autentica che nasce dal perdono, che non vuol dire dimenticare ma ricordare senza portare risentimento a chi ci ha fatto un torto. Borges conclude che queste persone, pur non conoscendosi tra loro, stanno salvando il mondo e probabilmente ignorano anche questa loro vocazione al bene che manifestano nella vita di tutti i giorni. In effetti il mondo per salvarsi non ha bisogno di eroi, santi, professionisti del bene, predicatori e professori ex cathedra, ma di persone che nella vita di tutti i giorni non cedano ai cattivi esempi della morale corrente.
Non sono persone che perseguono una astratta idea di bene in luoghi separati dal mondo avulsi dagli uomini, ma sono presenti nella vita di tutti i giorni, possiamo incontrarle al bar, in metropolitana, in auto, al lavoro, in ascensore, per strada. Forse le abbiamo incontrate e ce ne siamo dimenticati. Forse queste persone non si fanno notare. Forse queste persone siamo noi e non lo sappiamo. Ciascuno di noi, in ogni istante di ogni giorno, può salvare il mondo.
Marco Troisi