Bolano aveva partecipato ai mondiali di Francia, il ricordo di Morfeo
Lutto nel mondo del calcio. É morto all’età di 47 anni l’ex calciatore colombiano Jorge Bolaño, che partecipò alla Coppa del Mondo del 1998 in Francia. Il decesso è avvenuto nella città di Cúcuta, come hanno riferito i media locali.
Il malore durante una festa a Cúcuta
Bolaño, idolo dell’Atletico Junior de Barranquilla e ricordato in Italia per i suoi periodi al Parma, è morto per un infarto durante una festa a cui stava partecipando nel capoluogo del dipartimento Norte de Santander. “Con profondo dolore esprimiamo le nostre sincere condoglianze alla famiglia e ai cari di Jorge Eladio Bolaño Correa, ex giocatore della nazionale maschile colombiana, calciatore professionista e allenatore, scomparso domenica scorsa” – ha affermato in una nota la Federazione calcistica colombiana (Fcf).
L’organizzazione calcistica colombiana ha aggiunto che “la scomparsa di Jorge Bolaño lascia un vuoto nei cuori di coloro che lo conoscevano e lo ammiravano” e ha affermato che “la sua eredità come calciatore e allenatore continuerà a vivere nella memoria dello sport colombiano”.
Today, the whole of Parma Calcio extends condolences to the family of Jorge Bolaño, who has passed away at 47 years old, leaving an irreplaceable void.
— Parma Calcio 1913 (@ParmaCalcio_en) April 7, 2025
Goodbye, Jorge. Forever Gialloblu. pic.twitter.com/aUDbmoPSaS
Morfeo: ‘Si faceva capire con lo sguardo’
Bolano oltre al Parma ha giocato anche nella Sampdoria, nel Lecce e nel Modena. “Era un grande professionista ma te lo ricordi prima come uomo che come calciatore: parlava poco, nei momenti decisivi con lo sguardo ti faceva capire il suo carisma, per una squadra è una cosa fondamentale”. Così Domenico Morfeo ricorda il compagno in maglia crociata Jorge Bolano in un’intervista a 12Tvparma.
L’ex fantasista dei ducali, ma anche di Inter e Milan, tratteggia la figura del centrocampista colombiano: “Bolano era un amico prima che un collega, faccio le condoglianze a tutta la famiglia. Non ci sono aneddoti relativi a suoi gol o assist, ma sapeva tenere il gruppo, posso dire che era uno dei pochi giocatori che io temevo. É più importante parlare della grandezza dell’uomo più che del calciatore anche se era un grande professionista, giocava o non giocava era sempre propositivo per il gruppo”.