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14 Dicembre 2021 - 11:49Il suo ring ora è un letto d’ospedale al Ca’ Foncello di Treviso, il suo avversario si chiama Covid 19. Maurizio Stecca dovrà affrontarlo con la stessa determinazione con la quale ha sconfitto, il 12 agosto 1984, nella finale Olimpica di Los Angeles il forte messicano Héctor López. La vita è l’oro olimpico che insegue il romagnolo, originario di Santarcangelo, nella sfida contro l’insidioso e malefico virus che l’ha fatto barcollare e costretto al ricovero nonostante le due dosi di vaccino come da lui stesso spiegato sul suo profilo Faceboook.
Maurizio Stecca annuncia di essere ricoverato al Ca’ Foncello di Treviso: ‘Ho iniziato il mio match più difficile’
“Buongiorno Amici e Fan ho cominciato il match più difficile della mia vita contro il mio avversario chiamato Covid, anche dopo aver fatto la seconda dose ed ero pronto per la terza, non lo so quante riprese ci saranno da fare sicuramente tante, io abituato a tantissime battaglie sempre vinte, sicuramente non indietreggerò mai a questo maledetto avversario”. Stecca, 58 anni, che è stato anche viceallenatore della Nazionale di pugilato oltre che campione del mondo Wbo ed europeo tra i professionisti.
Il campione olimpico di Los Angeles ’84 è vaccinato con due dosi
Da tempo risiede a Casale sul Sile, in provincia di Treviso. Maurizio Stecca ha chiuso la carriera vincendo il titolo italiano dei pesi super piuma a San Benedetto del Tronto il 22 marzo 1995 contro il campione in carica Athos Menegola. Tanti i commenti di sostegno per l’ex pugile dopo che quest’ultimo ha reso noto il suo ricovero in ospedale per Covid.