Ernesto Galli ha aggredito verbalmente un arbitro donna durante Sangemini-Sporting Terni
Dal basket al calcio, un’altra aggressione verbale di stampo sessista contro una giovane donna arbitro. Lo sport dilettantistico manifesta incidenti di percorso nel faticoso processo sul rispetto che ha come obiettivo la rimozione di ostacoli e barriere culturali.
‘Eri da ammazzare da piccola’
Dopo la mamma che insulta una direttrice di gara donna (“Cosa ci fai qui l’8 marzo? Vai a fare la prostituta, vai a casa”) nel corso di una partita di pallacanestro della Divisione regionale a Motta di Livenza (Treviso), si devono registrare gli insulti shock di un dirigente di una squadra dilettantistica umbra in un match del campionato allievi U17.
“Eri da ammazzare da piccola. Dovresti fare la fine di Ilaria (Sula). A sto punto sarebbe da tirare fuori un coltello” sono le parole, secondo il referto del giudice sportivo, rivolte ad una giovane arbitro donna, pronunciate dal dirigente dello Sporting Terni, Ernesto Galli, inibito e squalificato fino al 31 dicembre 2028, per essersi reso protagonista di “gravissimi insulti di stampo sessista e varie minacce”. È successo in Umbria, durante Sangemini-Sporting Terni.
L’irruzione nello spogliatoio a fine primo tempo e la frase gravissima
“Tra il primo ed il secondo tempo entrava nello spogliatoio dell’arbitro, contestando la sua condotta a voce alta e registrando il colloquio con il telefono. Interrotta la registrazione della conversazione, il Galli diceva all’arbitro: ‘Eri da ammazzare da piccola. Dovresti fare la fine di Ilaria (evidentemente riferendosi al recente omicidio di Ilaria Sula, uccisa a Roma ma residente a Terni, nda)'”, rivela il giudice sportivo. “A questo punto l’arbitro espelleva il dirigente, che però faceva resistenza ad allontanarsi, nonostante il fattivo intervento dei dirigenti della squadra avversaria.
Mentre veniva accompagnato all’uscita, Ernesto Galli ha continuato a insultare l’arbitro e ad incitare i propri giocatori ad adottare un atteggiamento ostile nei suoi confronti. Nel corso della ripresa, pur trovandosi all’esterno dell’impianto, il dirigente ha continuato a deridere l’arbitro, rivolgendo nei suoi confronti frasi offensive e denigratorie. Inoltre, durante il secondo tempo, il Galli è rientrato all’interno dell’impianto, ma il custode presente provvedeva prontamente a farlo uscire di nuovo.
‘Alimentava tensioni incitando i genitori’
Una volta all’esterno, Galli ha ripreso a insultare l’Arbitro, rivolgendo allo stesso frasi derisorie e simulando l’abbaiare di un cane”, prosegue il giudice sportivo. “Infine, mentre l’arbitro stava lasciando l’impianto, il dirigente – che si trovava ancora all’esterno dell’impianto stesso – continuava ad alimentare tensioni, incitando i genitori ed affermando che l’arbitro era stato esagerato nel comminare due espulsioni alla sua squadra nel finale”.
Il Comune di Terni ha subito fatto sentire la sua voce manifestando indignazione per l’accaduto. “Esprimo in primis la vicinanza alla famiglia di Ilaria Sula che così indecentemente ha visto nominare il nome della propria cara. Occorre il massimo rispetto nei confronti della memoria di una ragazza barbaramente strappata alla vita, la cui morte è una ferita aperta per tutta la città” – ha dichiarato l’assessore allo sport del Comune di Terni, Marco Schenardi che ha “invitato tutte le società sportive, gli atleti e in generale chi ama lo sport a portare in alto i valori del rispetto e della lealtà al fine di eliminare certi deprecabili e incommentabili episodi”.
Bandecchi: ‘Per una cosa così almeno un anno di reclusione’
“Il nome di Ilaria Sula, la sua memoria, il suo dolore, non possono essere trascinati nel fango. È un’offesa alla dignità di una giovane vittima e di un’intera comunità”, ha aggiunto l’assessore al Welfare del comune umbro, Viviana Altamura. E mentre il club dissociandosi reclama l’intervento della procura ordinaria, ancora più duro il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi che insieme ad altre tremila persone ha presenziato i funerali di Ilaria lo scorso 7 aprile. “È un fatto gravissimo che un dirigente sportivo come qualunque altra persona al mondo del resto, abbia pronunciato frasi del genere – ha detto a Tag24 Umbria – nessuno può dire una cosa di questo tipo. Una cosa così dovrebbe richiedere almeno un anno di reclusione”.