Kean suona la carica dopo la doppietta che riapre la partitaKean suona la carica dopo la doppietta che riapre la partita

Non basta la rimonta né il coraggio all’Italia, che chiude la sfida contro la Germania sul 3-3 e vede sfumare l’accesso alla Final Four di Nations League. Con questo risultato gli azzurri finiscono nel gruppo I per le qualificazioni mondiali con Norvegia, Israele, Estonia e Moldavia, l’esordio il 6 giugno contro la nazionale di Haaland.

Italia fuori dalla Nations League, c’è Haaland sulla strada per i mondiali

La Nazionale di Spalletti mostra due volti: un primo tempo disastroso, segnato da gravi errori difensivi e dalla disattenzione di Donnarumma sul secondo gol — quando si dilunga nel richiamare i compagni permettendo ai tedeschi di battere velocemente l’angolo — e una ripresa caratterizzata dalla reazione d’orgoglio guidata da Kean e Raspadori oltre che dalla decisione del Var di richiamare Marciniak e di revocare un rigore solare su Di Lorenzo. Tuttavia, non basta per ribaltare il risultato dell’andata.

Pagelle Italia: disastro Gatti, Maldini acerbo, Tonali spento

Donnarumma 4,5: Poco sicuro nelle uscite e incerto nei momenti chiave, soprattutto sul terzo gol di Kleindienst. Gravissima la distrazione sul secondo gol. A questi livelli non si possono avere simili défaillance. Mostra qualche parata salvifica, ma non basta per riscattare una prestazione negativa.

Gatti 4,5: Disastroso nella prima frazione, spesso fuori posizione e poco concentrato. Sostituito all’inizio del secondo tempo da Politano, senza lasciare rimpianti.

Buongiorno 5: Commette il fallo da rigore che apre le marcature della Germania. Qualche chiusura precisa nella ripresa, ma troppe incertezze complessive.

Bastoni 5: Anche lui soffre la pressione tedesca, spesso in ritardo nelle marcature e poco attento sui calci piazzati. Deve ritrovare sicurezza.

Di Lorenzo 5: Non incide in fase offensiva e soffre le avanzate avversarie. Si fa vedere poco e sbaglia qualche scelta nei momenti decisivi. Un po’ meglio nella ripresa quando reclama, a giusta ragione, per un rigore concesso e poi revocato dal Var.

Barella 6: Tra i pochi a salvarsi nel primo tempo disastroso. Nella ripresa cresce e cerca di trascinare la squadra con grinta e qualità.

Ricci 5: Fatica a dare ritmo alla manovra e soffre il pressing tedesco. Poco lucido nelle scelte di gioco. Viene sostituito nel finale da Zaccagni.

Tonali 5: Non riesce a dare ordine al centrocampo, perde qualche pallone di troppo e non riesce a creare gioco. Lascia il posto a Raspadori, che cambia la partita. Irriconoscibile rispetto alla prova di San Siro.

Udogie 5,5: Prova a spingere sulla fascia, ma con scarsi risultati. Dietro soffre troppo, soprattutto nel primo tempo. Molto meglio nella ripresa con Spalletti che lo sprona a spingere e rischiare.

Maldini 5: Invisibile per gran parte del primo tempo, non trova mai la posizione giusta per supportare Kean. Ha una buona chance nel finale ma non centra la porta. Sostituito all’intervallo da Frattesi.

Kean 7: L’uomo partita per l’Italia. Due gol di rapina e una presenza costante in area di rigore. Peccato che la sua doppietta non basti per completare la rimonta.

Politano 6: Entra con determinazione, dà vivacità alla manovra e prova a creare superiorità numerica. Buon impatto.

Frattesi 6,5: Cambia volto alla partita con dinamismo e inserimenti pericolosi. Fornisce assist e sostanza alla fase offensiva.

Raspadori 6,5: Freddo dal dischetto, riapre la partita e lotta con grinta. Meritava qualche minuto in più.

Zaccagni s.v.: Spalletti lo manda in campo troppo tardi. Entra acceso e ispirato ma i minuti a disposizione sono pochi.

Lucca s.v.: Entra nei minuti finali, non giudicabile. Peccato per una sponda non riuscita per Frattesi che si sarebbe trovato solo davanti a Baumann.

Allenatore – Spalletti 5: I cambi nella ripresa cambiano l’inerzia della gara, ma la squadra paga un primo tempo inguardabile anche per alcune scelte indiscutibili (Gatti e l’ancora acerbo Maldini). La reazione c’è, ma non basta.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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