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19 Settembre 2019 - 0:26Emanuele Calaiò ha riposto la faretra e le sue frecce. Non si chinerà più per scoccarle dopo aver gonfiato la rete. Una decisione che ha spiazzato tutti visto che l’attaccante era giunto in granata con ben altri propositi, vedi il record di 200 gol. D’accordo, a 37 anni ci può stare che un calciatore inizi a pensare ad un futuro lontano dal rettangolo di gioco, ma le modalità con le quali si è giunti all’epilogo hanno lasciato più di qualche perplessità e le giustificazioni del dg della Salernitana, Fabiani, non le hanno dissolte. “Avevamo già deciso, solo che dovevamo aspettare la fine del periodo caotico del calciomercato. Ventura sapeva tutti ma lui da contratto non poteva non allenarsi”. Già, ma se il tecnico era a conoscenza di tutto perché inserirlo nella lista e non liberare un posto per gli over? Perché impiegarlo per 25’ minuti a Lecce in Coppa Italia e portarlo in panchina nelle prime due gare di campionato? Calaiò, come del resto sta facendo Rosina, avrebbe potuto continuare ad allenarsi a parte o comunque con il gruppo con la consapevolezza di non far parte del progetto tecnico perché stava per intraprendere la carriera dirigenziale. Del resto Icardi – tanto per citare un caso di scuola più delicato – si è allenato a parte tutta l’estate con l’Inter senza disputare neanche un minuto nelle amichevoli precampionato fin quando, non senza patemi, non si è trovata una soluzione. In questo caso la soluzione, come ha riferito Fabiani, era già stata prospettata a marzo. Un peccato perché Emanuele Calaiò avrebbe meritato un congedo diverso, nonostante non abbia lasciato il segno a Salerno, e non un finale con troppi punti interrogativi.