Il suicidio nella sua fattoria in Australia
Virginia Giuffre, la donna che per anni è stata una delle principali accusatrici di Jeffrey Epstein e del principe Andrea di Inghilterra, si è tolta la vita all’età di 41 anni nella sua casa in Australia Occidentale. La notizia è stata confermata dalla sua famiglia, che in una dichiarazione ha parlato di un dolore “insostenibile” accumulato in una vita segnata da abusi sessuali e traffico di esseri umani.
Una vita spezzata dagli abusi
Virginia Giuffre, americana di nascita ma con doppia cittadinanza australiana, era diventata simbolo della lotta contro la rete di sfruttamento sessuale orchestrata da Epstein e dalla sua complice Ghislaine Maxwell. Fin da giovanissima aveva denunciato di essere stata costretta a rapporti sessuali non solo con Epstein, ma anche con altri uomini potenti, tra cui il principe Andrea. Quest’ultimo ha evitato il processo raggiungendo nel 2022 un accordo extragiudiziale multimilionario.
Gli ultimi segnali di disperazione
Poche settimane prima della sua morte, Virginia aveva condiviso sui social media immagini preoccupanti: lividi sul corpo, un letto d’ospedale, e un messaggio inquietante in cui diceva: “Mi restano solo quattro giorni di vita”. Inizialmente si era parlato di un incidente stradale o di violenze domestiche, ma la verità più tragica è emersa solo dopo. Secondo quanto riferito dalla polizia australiana, la donna è stata trovata senza vita nella sua abitazione a Neergabby, senza segni di sospetto.
Il coraggio di una guerriera
Il suo avvocato, Sigrid McCawley, ha ricordato Giuffre come una “cara amica” e “una guerriera coraggiosa” nella battaglia per dare voce alle vittime di abusi sessuali. “La sua forza era contagiosa, il suo sorriso una speranza per molti”, ha dichiarato. La famiglia ha sottolineato come la nascita dei suoi tre figli – Christian, Noah ed Emily – l’avesse inizialmente spinta a denunciare gli orrori subiti, ma che alla fine il peso del passato era diventato troppo da sopportare.
Indagini in corso, ma senza sospetti
La polizia dell’Australia Occidentale ha confermato che sono in corso ulteriori indagini, ma al momento non ci sarebbero elementi che facciano pensare a un coinvolgimento di terzi. La tragica fine di Virginia Giuffre riaccende i riflettori su una delle pagine più oscure degli ultimi decenni: quella degli abusi sistematici coperti dal potere.