Una battaglia legale che si protrae da anni
Sette anni dopo la fine del matrimonio, il cantante Francesco Sarcina, leader de Le Vibrazioni, e la sua ex moglie, l’influencer Clizia Incorvaia, tornano a scontrarsi in tribunale. Il nodo della contesa è l’esposizione mediatica della loro figlia, Nina, di 9 anni, che – secondo il cantante – sarebbe stata utilizzata a fini commerciali senza il suo consenso.
Sarcina ha presentato una nuova denuncia contro l’ex moglie, sostenendo che Clizia abbia ripreso a pubblicare foto e video della bambina sui social con finalità di sponsorizzazione. Nella querela, presentata al Tribunale dei Minorenni, vengono citati episodi specifici, come la partecipazione della bambina a una campagna pubblicitaria per un marchio di calzature e un video girato nella sua cameretta per promuovere un’azienda di decorazioni.
Le prove a supporto della denuncia
Per rafforzare la sua posizione, Sarcina ha allegato alla denuncia alcuni messaggi scambiati con l’ex moglie, in cui Clizia avrebbe ammesso di mantenere la famiglia grazie alle collaborazioni con i brand di moda. Uno dei messaggi riportati in denuncia recita:
“Io li campo grazie ai brand di moda e pago la scuola, vestiti, etc.”
Secondo Sarcina, tale esposizione potrebbe avere ripercussioni psicologiche sulla figlia, soprattutto considerando che entrambi i genitori sono personaggi pubblici e che la visibilità della bambina potrebbe renderla vulnerabile.
La difesa di Clizia e l’intervento della magistratura
Clizia Incorvaia, dal canto suo, ha sempre sostenuto di avere il consenso dell’ex marito per la pubblicazione dei contenuti riguardanti Nina. Tuttavia, la querela sottolinea che nel 2019, in seguito a un primo contenzioso, l’influencer aveva smesso di condividere immagini della bambina. Questa nuova ripresa delle pubblicazioni ha spinto il cantante ad agire nuovamente.
L’avvocata di Sarcina, Mariapaola Marro, ha dichiarato:
“Abbiamo richiesto all’autorità giudiziaria di verificare se vi sia stato uno sfruttamento commerciale dell’immagine della minore, in violazione del diritto alla tutela dell’infanzia.”
La vicenda è ora nelle mani della magistratura civile, che dovrà decidere se la condotta dell’influencer configuri effettivamente una violazione della privacy e dei diritti della minore.