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Violenza Piacenza, la vittima disperata: ‘Mi hanno riconosciuta nel video’, il richiedente asilo: ‘Volevo soccorrerla’

“Sono disperata, sono stata riconosciuta per colpa di quelle immagini”. Sta vivendo un incubo la 55enne ucraina aggredita da un richiedente asilo originario della Nuova Guinea a Piacenza in via Scalabrini. Un residente aveva chiamato il 118 e girato il filmato della tentata violenza che poi è stato diffuso da qualcuno in rete.

La Procura di Piacenza ha disposto il sequestro del video

Nella bufera è finita anche Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, che l’ha condiviso sui profilo social con le immagini oscurate riprendendolo da alcuni siti che l’avevano pubblicato. La vittima della violenza vive e lavora in Italia dal 2018 ed è sconvolta per quel filmato, anche se ‘censurato’, che ritrae gli attimi più sconvolgenti e orrendi della sua vita.

La Procura di Piacenza ha disposto il sequestro del video ed indaga a carico di ignoti sulla diffusione del filmato. Il reato ipotizzato è “diffusione senza consenso di materiale riproducente atti sessuali”.

Giorgia Meloni: ‘Temo sia partita un’indagine solo a danno della sottoscritta’

Giorgia Meloni nel rispondere alle polemiche ha sottolineato che il filmato era oscurato. “É partita un’indagine ma temo solo a danno della sottoscritta, come se fossi stata io a dare la notizie”. Nel frattempo è stato convalidato l’arresto del 27enne Sekou Souware. Nella ordinanza di convalida il Gip  Stefano Brusati ha fatto riferimento anche al video e alle dichiarazioni del cittadino che ha ripreso la presunta violenza per confermare la presenza di “gravi indizi di colpevolezza”. 

Convalidato l’arresto del 27enne richiedente asilo

Dall’altra parte l’operaio richiedente asilo, in Italia dal 2014, ha negato ogni addebito sostenendo che si è avvicinato alla donna per soccorrerla perché pensava che si sentisse male. “Ha raccontato di aver trascorso la serata in un locale del centro storico con amici e poi di aver raggiunto via Scalabrini. Qui avrebbe aiutato la donna che era terra”. – ha riferito il legale difensore, Nadia Fiorani. A giugno gli era stata negata la protezione internazionale.

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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