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21 Gennaio 2022 - 12:00Israele è uno dei paesi che più si è contraddistinto nel fronteggiare la pandemia da Covid soprattutto in fatto di somministrazione dei vaccini. Israele in particolare è anche il primo paese che ha avviato la campagna vaccinale relativa alla quarta dose prevista per il personale medico e le persone fragili e sopra i 60 anni. I vaccini utilizzati sono Moderna e Pfizer.
Vaccino Covid, quarta dose: cosa dice lo studio israeliano
Da un primo studio effettuato su 270 persone è emerso che la quarta dose sembrerebbe non dare molta protezione ulteriore contro la variabile Omicron. Si tratta della prima ricerca sulla quarta dose condotta anche con la combinazione di vaccini diversi, in questo caso Pfizer e Moderna.
In particolare così si è espressa Gili Regev-Yochay, direttrice dell’unità di Malattie infettive dello Sheba Medical Center di Tel Aviv: “La crescita dei livelli di anticorpi che vediamo con Moderna e Pfizer è leggermente superiore a quella che abbiamo visto dopo la terza dose di vaccino”. Ricordiamo che entrambi i vaccini sono stati sviluppati con la tecnologia dell’Rna messaggero e si sono rivelati in grado di proteggere rispetto alla variante Delta. La dottoressa ha precisato: “Malgrado la crescita del livello di anticorpi, la quarta dose offre soltanto una difesa parziale contro il virus abbiamo visto molte persone infettate con Omicron dopo la quarta dose. Un po’ meno che nel gruppo di controllo, ma sempre tante”. Secondo Regev-Yochay, “il vaccino è eccellente contro le varianti Alfa e Delta, ma non abbastanza per Omicron”.
Sempre la ricercatrice in ogni caso ha sottolineato che si tratta di uno studio ancora in fase preliminare, pertanto la diffusione dei dati è incompleta.
Quarta dose: cosa dice l’Ema
Per l’agenzia del farmaco Ema invece la somministrazione a distanza ravvicinata di booster (ovvero della dose di richiamo) potrebbe sortire l’effetto di diminuire anziché aumentare i livelli degli anticorpi. In particolare così si è espresso Marco Cavaleri, responsabile per i vaccini dell’Agenzia europea del farmaco Ema: “L’Ema non ha ancora visionato i dati sulla quarta dose” del vaccino anti-covid. “Attualmente, non ci sono prove della necessità di una quarta dose nella popolazione generale”. Ed ancora spiega: “Nelle persone con sistema immunitario gravemente indebolito e che hanno ricevuto già tre dosi, sarebbe ragionevole che le autorità sanitarie prendessero in considerazione la somministrazione di una quarta dose”. Insomma quarta dose sì ma solo a particolari categorie di soggetti che potrebbero sviluppare l’infezione Covid in maniera maggiormente sintomatica e aggressiva rispetto al resto della popolazione.
Paralisi immunitaria: cos’è
Secondo alcuni esperti, il dibattito scientifico è aperto, nel caso di vaccini a stretta distanza si potrebbe rischiare una “paralisi immunitaria” ovvero i vaccini potrebbero diminuire la loro efficacia. Questo perché un sistema immunitario continuamente attivato non riuscirebbe a funzionare al meglio. D’altronde gli esperti spiegano che esiste una memoria immunitaria che ci soccorre quando il livello degli anticorpi comincia a calare.
Marco Troisi