Antonio Micarelli e Antonio CiurciumelAntonio Micarelli e Antonio Ciurciumel

Un video incastrerebbe il 56enne

É stato arrestato per omicidio volontario il vigilante che sparò a un ladro in un condominio in via Cassia a Roma a inizio febbraio. Ad incastrare il 56enne Antonio Micarelli sarebbe stato un video. Per il gip non sarebbe stata legittima difesa. Ad eseguire l’ordine di custodia cautelare sono stati oggi i carabinieri.

Per gli inquirenti i colpi esplosi quando non era più necessario

Stando alle ricostruzioni di carabinieri e pm di Roma, nella serata di giovedì 6 febbraioMicarelli avrebbe esploso dei colpi di pistola quando non era più necessario difendersi, ossia avrebbe fatto fuoco mentre i malviventi stavano scappando. Il caricatore dell’arma in quei frangenti è stato nei fatti scaricato. Almeno dieci i proiettili che sarebbero stati esplosi. Fondamentali per la ricostruzione della dinamica sono state le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona che hanno incastrato Micarelli. La guardia giurata commentò i fatti parlando del suo coinvolgimento come necessario alla difesa della vicina e parlando del pericolo alla sua persona.

La versione di Antonio Micarelli e le testimonianze

“Ho visto l’auto che veniva contro di me, non sapevo cosa avessero e se avessero armi dentro” – disse Micarelli. Una ricostruzione che, nonostante fosse stata inizialmente supportata dalle testimonianze dei vicini, è stata confutata dai filmati delle telecamere, in cui si vede l’uomo inseguire i ladri in fuga tentando prima di sparare a uno, poi a un altro e, infine, colpendo in fronte il 24enne Antonio Ciurciumel da una distanza molto ravvicinata, mentre stava tentando di scavalcare una recinzione per fuggire via.

Anna, 21 anni, moglie della vittima – in un’intervista a Il Corriere della Sera -, aveva detto: “Certo che ha sbagliato a commettere la rapina. Avrebbe dovuto pensare che stava correndo un pericolo. Che la legge va rispettata. Lui ha sbagliato. Lo urlo, più forte che posso. Perché mi senta il mondo. Ma non doveva morire”.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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