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Uccise e seppellì la figlia a Mascalucia: Martina Patti in lacrime dopo la condanna a 30 anni

La prima Corte d’assise di Catania, presieduta da Sebastiano Mignemi, ha condannato a 30 anni di reclusione Martina Patti, la 25enne rea confessa dell’omicidio della figlia Elena Del Pozzo, di quasi 5 anni, uccisa con un’arma da taglio il 13 giugno 2022 e seppellita in un campo vicino casa, a Mascalucia.

Elena Del Pozzo fu accoltellata e uccisa a 5 anni dalla madre dopo che era andata a prenderla all’asilo

La sentenza accoglie in pieno le richieste del procuratore aggiunto Fabio Scavone e la sostituta Assunta Musella, avevano sollecitato il riconoscimento delle attenuanti generiche, in considerazione della confessione e della collaborazione dell’imputata, della sua giovane età, equivalenti alle aggravanti contestate. L’accusa le contestava i reati di omicidio premeditato aggravato, occultamento di cadavere e simulazione di reato. I nonni paterni e il padre della piccola vittima si sono costituti parte civile con l’avvocato Barbara Ronsivalle. L’imputata è assistita dai penalisti Gabriele Celesti e Tommaso Tamburino che avevano chiesto l’assoluzione per incapacità di intendere e di volere e in subordine il riconoscimento delle attenuanti generiche e l’esclusione dell’aggravante della premeditazione.

L’imputata era in aula alla lettura della sentenza e non ha trattenuto le lacrime dopo il verdetto. I legali faranno ricorso in Appello portando avanti la tesi dell’infermità mentale al momento dell’omicidio. Assente il papà di Elena Del Pozzo. Il procedimento è stato incardinato su indagini dei Carabinieri del comando provinciale di Catania.

La donna avrebbe ucciso la piccola nel luogo del ritrovamento, un campo abbandonato vicino casa e poi avrebbe finto il sequestro della bambina all’uscita dall’asilo. Martina Patti ha confessato il delitto, ma non ha spiegato il movente. La sera prima di essere uccisa, la bambina aveva dormito dai nonni. La mattina dopo la zia l’aveva accompagnata all’asilo e la madre era andata a riprenderla ed è tornata a casa, a Mascalucia.

Assente il papà della bambina, Martina Patti in lacrime dopo la lettura della sentenza

Successivamente Martina Patti era uscita nuovamente con l’auto, per creare un diversivo, quindi è ritornata nell’abitazione. In quel lasso di tempo che sarebbe stato commesso il delitto, in un terreno abbandonato dove la madre ha seppellito il corpicino, nascosto in cinque sacchi di plastica nera e semi sotterrato con una pala e un piccone.

La 25enne ha fatto scattare la messa in scena: ha avvisato per telefono del falso sequestro i genitori e il padre di Elena, il suo ex compagno Alessandro del Pozzo, è tornata a casa e dopo, accompagnata dalla madre e dal padre, è andata dai Carabinieri a denunciare il falso rapimento. Ai militari dell’Arma ha associato il sequestro ad alcune minacce che nel 2021 l’ex convivente aveva trovato davanti al cancello di casa, ma la sua versione non ha retto ai riscontri e alle indagini dei Carabinieri e alle contestazioni mosse dalla Procura di Catania.

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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