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30 Dicembre 2024 - 23:58É stata condotta in carcere la donna di 30 anni accusata di aver ucciso a Pachino (Siracusa) il marito con un cacciavite. Le indagini della polizia di Siracusa sono concentrate sul movente che sarebbe da ricondurre ad una lite legata alla perdita dell’affidamento del figlio di due anni su decisione dei Servizi sociali del Comune di Pachino.
La donna accusa l’uomo di ubriacarsi di continuo, la coppia aveva perso l’affidamento del figlio di 2 anni
Erano continui i litigi tra la coppia di 30enni originari del Mali e non della Nigeria come detto in precedenza. I due, residenti a Pachino, avrebbero litigato domenica ed anche nella tarda mattinata di lunedì 30 dicembre quando la donna avrebbe preso il cacciavite ed avrebbero colpito il marito, morto poche ore più tardi all’ospedale Di Maria di Avola.
Sembra che la causa dei contrasti vi fosse l’abitudine dell’uomo di fare abuso di alcol. Alla sala operativa della polizia municipale di Pachino è stata segnalata la presenza di un bambino di due anni solo in strada: quando gli agenti sono arrivati hanno trovato il piccolo con lo zio. Il bimbo è stato affidato ad una vicina di casa e sono stati avvisati i servizi sociali che, su indicazione dell’autorità giudiziaria, hanno trasferito il minore in una struttura di assistenza.
L’uomo è morto nell’ospedale di Avola per l’emorragia provocata dal colpo all’inguine
“Gli agenti della polizia municipale hanno dimostrato la loro prontezza di intervento e la capacità di risoluzione dell’emergenza. Grazie a loro si è evitato che la vicenda potesse avere delle conseguenze peggiori. L’amministrazione comunale si rende partecipe del dolore per la perdita della vita, in circostanze drammatiche, del cittadino extracomunitario, con la speranza e l’impegno che tali episodi non debbano più ripetersi e con la fiducia che le competenti autorità preposte, possano nel prosieguo fare chiarezza su quanto accaduto e sul contesto all’interno del quale l’aggressione si è consumata” – dice il vicesindaco di Pachino Giuseppe Gurrieri.
La donna temeva per l’incolumità del figlio ed aveva chiesto aiuto ed ai servizi sociali di Pachino
Secondo una prima ricostruzione dei fatti la donna temeva per la sicurezza del figlio, quando il marito era spesso ubriaco e ne avrebbe parlato con il fratello, residente in una città del Nord Italia. Quest’ultimo, d’accordo con la sorella, sarebbe venuto a Pachino nei giorni scorsi, in occasione delle vacanze di Natale ed avrebbe consigliato alla parente di parlare con i servizi sociali del Comune. Al culmine dell’ultimo litigio la 30enne ha colpito l’uomo all’inguine. La vittima ed è deceduta a causa dell’emorragia subentrata nell’ospedale di Avola. I due erano regolarmente residenti e il marito faceva lavori saltuari.