Rischia di essere sbranato da un coccodrillo per un selfieRischia di essere sbranato da un coccodrillo per un selfie

Il gesto sconsiderato

Un momento di leggerezza si è trasformato in un incubo per un turista di 29 anni nelle Filippine, che ha rischiato la vita dopo essere stato attaccato da un coccodrillo di 4,5 metri. L’uomo, in visita a un parco faunistico, ha scambiato l’animale per una statua e ha deciso di oltrepassare la barriera di sicurezza per scattarsi un selfie.

Sotto lo sguardo inorridito dei presenti, il turista ha attraversato una pozza d’acqua bassa e si è avvicinato al rettile, quando improvvisamente il coccodrillo ha affondato le fauci nel suo braccio. Il predatore, una femmina chiamata Lalay, lo ha morso e trascinato sott’acqua, iniziando a sbranarlo sotto gli occhi attoniti dei visitatori.

Le ferite e il salvataggio

Le immagini successive mostrano l’uomo soccorso dai medici, con evidenti ferite al braccio e alla coscia. Trasportato d’urgenza in ospedale, ha ricevuto più di 50 punti di sutura. Secondo la polizia locale, il gesto del turista è stato non solo incosciente, ma anche pericoloso per la sicurezza di altri visitatori.

Il sergente Joel Sajolga ha dichiarato: “Pensava fosse una statua. Ha scavalcato la recinzione ed è entrato nel recinto. Poi l’attacco”. Un testimone, Canete Jie, ha aggiunto: “Non so perché l’abbia fatto. È stato un gesto folle. Fortunatamente è sopravvissuto”.

Un monito per i turisti

Questo episodio drammatico solleva l’ennesimo allarme sull’imprudenza di alcuni turisti e sull’ossessione per i selfie estremi. I parchi faunistici e le aree protette impongono regole precise per tutelare sia gli animali che le persone. Superare barriere e ignorare i segnali di pericolo può avere conseguenze devastanti.

Non si tratta del primo caso: negli ultimi anni, sono aumentati gli incidenti causati dalla voglia di scatti spettacolari, con animali selvatici coinvolti e, talvolta, vittime fatali.

Questo evento dovrebbe servire da lezione: il rispetto della natura e delle sue creature è fondamentale, e la prudenza deve sempre prevalere sull’imprudenza e sulla vanità social.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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