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26 Settembre 2024 - 22:52“Stamattina a casa urlavano tutti”. Sono le parole pronunciate da Sebastiano Gleboni, il 14enne sopravvissuto alla strage della sua famiglia a Nuoro mentre le forze dell’ordine lo accompagnavano in ospedale mercoledì 25 settembre dopo essere stato colpito da striscio. Parole che potrebbero far pensare ad una lite nei momenti che hanno preceduto la tragedia.
Il 14enne è l’unico sopravvissuto della strage di Nuoro, è stato lui ad aprire la porta di casa alle forze dell’ordine
É stato lui ad aprire la porta di casa a carabinieri e polizia dopo la strage. “Qui sono morti tutti”. Il ragazzo è stato operato dai chirurghi di Otorinolaringoiatria che gli hanno rimosso alcune schegge dalla mandibola. Non può incontrare nessuno, se non il personale sanitario, prima di essere sentito dagli inquirenti in modalità protetta e con il supporto di un tutore e di uno psicologo infantile.
Quando le condizioni di salute del 14enne lo consentiranno, sarà interrogato dagli inquirenti, che indagano per trovare il movente che ha spinto l’operaio forestale di 52 anni a compiere la strage ieri mattina in due appartamenti a Nuoro. Le parole del ragazzino superstite potrebbero aiutare a dipanare una matassa giudiziaria che attualmente si presenta impenetrabile.
Roberto Gleboni ha impugnato la sua automatica 7.65, regolarmente detenuta per uso sportivo, e ha ammazzato la moglie Giusy Massetti, 43 anni, la figlia maggiore Martina di 25, il figlio Francesco di 10, il vicino di casa 69enne Paolo Sanna per poi suicidarsi dopo aver sparato anche a sua madre, Maria Esterina Riccardi. Accertamenti su telefoni e computer, e poi gli interrogatori e le testimonianze, e ancora conti bancari al setaccio per capire se ci fossero problemi economici: si cerca un movente, e tanto si trovano sussurri e testimonianza di chi racconta una verità diversa.
Gli accertamenti su telefoni e computer alla ricerca di un movente, il corteo
Nessuno dei vicini di casa o degli amici e parenti della coppia ha mai notato screzi o situazioni particolari di crisi. Ma ci sono dettagli che fanno pensare e che saranno al centro delle indagini: si cercherà di capire perché, per esempio, l’elegante casa nel centralissimo corso Garibaldi ereditata da Giusy sia stata venduta preferendo un appartamento a piano terra, in affitto e in periferia .
E si cercherà di capire perché i rapporti con la famiglia d’origine della 43enne si fossero interrotti da anni: di sicuro c’è che a loro Roberto non era mai piaciuto, soprattutto dopo che Giusy era rimasta incinta di Martina quando era ancora minorenne. Nella serata di giovedì 26 settembre in tanti hanno partecipato alla marcia organizzata dalla zia materna di Giusy Massetti. Il corteo è partito dal piazzale della chiesa delle Grazie.