Avanti un altro, il gesto ‘portafortuna’ con la ‘bonas’: Bonolis allontana Luca Laurenti dallo studio (VIDEO)
2 Aprile 2019 - 5:58Revenge porn, ora è reato: intesa bipartisan alla Camera, la decisione sulla castrazione chimica
2 Aprile 2019 - 16:12“Volevo uccidere una persona felice“. Un movente che fa gelare il sangue e tremare polsi e vene. Così accade che nel 2019 anche rincasare dopo una giornata di lavoro o di rientro da scuola può diventare una missione pericolosa. Anche se non ti sei mai cacciato nei casini e guardi sempre dritto, senza ascoltare provocazioni. Si uccide – almeno questa la versione dei fatti fornita dal marocchino Said Machaouat – solo per colpire una persona apparentemente felice. Già, perché il ventisettenne di Khourigba nulla sapeva di Stefano Leo quando la mattina del 23 febbraio l’aggredito ai Murazzi, sul lungo Po, dopo aver acquistato un set di coltelli al supermercato.
“L’ho colpito mentre lo sorpassavo, lui si è accasciato poco dopo sulle scale. Ho scelto un giovane italiano bianco perché avrebbe fatto più clamore”. Aveva pianificato da tempo il folle gesto. Viveva fuori casa da tempo dopo essere stato allontanato dalla moglie che gli impediva di vedere il figlio di sei anni. “La cosa peggiore è che lui ora chiama papà il suo nuovo compagno” – ha riferito il marocchino che ha aggiunto che se non si fosse costituito avrebbe ucciso ancora.
Omicidio Leo: il dramma del papà, l’aneddoto del coinquilino: ‘Cacciato perché aveva preso a pugni il mio cane’
Braccato da settimane Said si è consegnato alle forze dell’ordine ed, anche in questa circostanza, con sprezzante cinismo ha fatto il gesto delle corna subito dopo essere entrato nell’auto dei carabinieri ai quali ha ripetuto che aveva ucciso perché voleva rubare privare un giovane come lui dei sogni e delle promesse che aveva. Parole che hanno avuto l’effetto di una stilettata al cuore per il papà di Stefano Leo: “E’ come se l’avesse ucciso per la seconda volta”. Il coinquilino di Said ha dichiarato a La Stampa di averlo cacciato dall’abitazione perché aveva preso a pugni il suo cane. In ogni caso gli inquirenti stanno verificando se effettivamente dell’efferato omicidio ci sia l’assurdo movente prospettato dal marocchino o ci siano ulteriori elementi che il ventisettenne non ha svelato dopo essersi costituito.