Stefano ContiStefano Conti

Il trader italiano assolto dall’accusa di tratta di essere umani

Ha passato oltre quattrocento giorni nel carcere di massima sicurezza a Panama per poi essere messo agli arresti domiciliari, infine è stato assolto e giudicato innocente al processo in primo grado, ma per il momento non potrà tornare in Italia.

‘Il pm ha presentato ricorso e non mi vogliono far tornare’

Per Stefano Conti, trader italiano di quarant’anni anni originario di Cesano Maderno, paese della Brianza, sembra un incubo senza fine: “Sono dovuto tornare in tribunale per chiedere che mi lasciassero tornare ad abbracciare i miei cari e mi hanno negato il diritto ma me lo hanno negato perché il pubblico ministero ha presentato ricorso, vogliono rifare il processo”, spiega in un video Stefano, assolto dalle accuse di tratta di esseri umani a scopo sessuale a Panama.

Avrebbero potuto infliggergli, e forse ancora rischia, trent’anni di galera. Arrestato il 15 agosto del 2022, Conti ha trascorso 423 giorni nella prigione ‘La Joya’, nota per lo stato di totale abbandono in cui vivono i detenuti, Conti aveva denunciato la situazione parlando di celle sovraffollate, scarsa igiene, presenza di parassiti e violenze frequenti.

Ristretto nel terribile prigione La Joya: ‘Contratta la scabbia’

A raccontarlo è stato lui stesso nel videomessaggio di queste ore: “Vivo a Panama da sette anni, tre anni fa sono stato arrestato per traffico di esseri umani. Il mese scorso sono stato assolto con formula piena, ho fatto 423 giorni di carcere preventivo da innocente in una delle peggiori galere del mondo, senza acqua da bere o per lavarsi: condizioni disumane”.

Il quarantenne, che in passato aveva riferito di aver contratto anche la scabbia in quell’istituto, ottenne poi gli arresti domiciliari nel novembre del 2023. Al processo le presunte vittime ritrattarono le loro accuse ed avrebbero affermato di aver subito pressioni e minacce da parte del pubblico ministero affinché testimoniassero contro Conti.

Dopo l’assoluzione tutto sembrava essersi risolto, tanto che Stefano Conti aveva avviato le procedure burocratiche necessarie per il suo rientro in Italia, ma poi è arrivato l’ennesimo colpo di scena della magistratura panamense. “È ora che chi di dovere si faccia carico del problema “, dicono i suoi legali difensori Valter Biscotti e Vincenzo Randazzo.

I legali: ‘Palese ingiustizia, vogliamo diventi un caso internazionale’

“Il tribunale panamense ha deciso che il nostro connazionale non potrà tornare in Italia fino al processo di appello. Tutto questo è inaccettabile vogliamo che il suo diventi un caso internazionale di palese ingiustizia ,tutte le autorità competenti si attivino al più presto” – aggiungono gli avvocati.

Il trader aveva raccontato era stato accusato di aver costretto 6 ragazze a prostituirsi: «Non nascondo il fatto che sono sempre andato a donne, anche a pagamento. Avevo grandi disponibilità finanziarie, ma non ho mai commesso i crimini di cui ero accusato. Le mie presunte vittime hanno contro-denunciato le forze dell’ordine di Panama per averle costrette ad accusarmi. A Panama la prostituzione è legale, io ero solo un cliente con tanti soldi».

Di Giuseppe D'Alto

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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