Simonetta KalfusSimonetta Kalfus

L’intervento di liposuzione in una struttura privata di Roma, poi i primi dolori e con il passare dei giorni la situazione che precipita fino al decesso. Si indaga sulla morte di Simonetta Kalfus, 62 anni, avvenuta il 18 marzo all’ospedale Grassi di Ostia dov’era stata ricoverata in gravi condizioni.

L’intervento in una struttura privata e il decesso dopo 4 giorni di agonia

Il cuore di Simonetta Kalfus si è fermato martedì scorso dopo quattro giorni in coma vegetativo presumibilmente per complicazioni legate all’operazione di chirurgia estetica. La salma è stata trasferita al policlinico di Tor Vergata per l’autopsia che chiarirà con esattezza le cause del decesso. Sulla morte della pensionata si vuole fare ora piena luce. Sul caso indagano i carabinieri di Ardea dopo la denuncia presentata, il giorno prima del decesso, dalla figlia di Simonetta nei confronti dei medici che avevano sottoposto la madre alla liposuzione lo scorso 6 marzo in una struttura privata della Capitale.

Disposta l’autopsia

In attesa degli esiti dell’esame autoptico, gli investigatori acquisiranno come da prassi tutta la documentazione clinica della donna per chiarire le procedure e stabilire eventuali responsabilità. La famiglia vuole giustizia mentre sui social gli amici, increduli, postano foto e lasciano messaggi di cordoglio. “La tua scomparsa mi addolora – scrive un’amica – la tua bambina amata è distrutta dal dolore, dalle forza. Eri una donna splendida”.

“Sono senza parole” – scrive un altro amico pubblicando uno scatto in cui Simonetta è sorridente al mare. In tanti la descrivono come “una persona speciale, straordinaria, sempre col sorriso”. “Quante risate ci siamo fatti – si legge in un post -. Ti porto nel cuore”.

Il precedente di Margaret Spada

E l’episodio avviene solo pochi mesi dopo la morte di Margaret Spada, la 22enne di Lentini, in provincia di Siracusa, arrivata nella capitale a novembre per sottoporsi a un intervento di rinoplastica in un ambulatorio privato che aveva scelto dopo aver visto dei video sui social. La ragazza morì in ospedale dopo alcuni giorni di agonia. Per il suo decesso sono stati indagati i due medici titolari dello studio dell’Eur, padre e figlio. 

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *