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6 Gennaio 2024 - 16:16“L’unica volta che ho visto Simonetta Cesaroni era morta”. Lo dice in un’intervista a La Stampa Mario Vanacore, indicato come possibile killer del delitto di via Poma nell’informativa che i carabinieri hanno consegnato ai magistrati della Procura di Roma nell’ambito della nuova indagine sull’omicidio.
Mario Vanacore indicato nell’informativa dei carabinieri come possibile killer del delitto di via Poma
Si dice “sconcertato. Arrabbiato, molto arrabbiato. La mia posizione era stata esclusa anni fa”. Di quel 7 agosto 1990 Mario Vanacore si ricorda tutto: “Quando è stato ritrovato il corpo della ragazza abbiamo bloccato sua sorella perché non lo vedesse. Io e il suo fidanzato siamo entrati nella stanza, ci siamo chiusi dentro e abbiamo chiamato i soccorsi”.
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Una scena che Vanacore non dimentica anche se “c’era una luce debole e non ho visto tanto sangue. Solo un alone intorno ai capelli. Quell’odore lo ricorderò per tutta la vita”. Mario Vanacore aggiunge che non conosceva “né Simonetta né quegli uffici”. Secondo le accuse, era andato lì per fare gratuitamente delle telefonate interurbane: “È assurdo. Com’è assurdo il fatto che vogliano chiudere questa storia in questo modo” dicendo “forse è stato Mario Vanacore, ma non abbiamo le prove”.
‘Bloccai la sorella perché non vedesse il corpo, quell’odore lo ricorderò tutta la vita’
Il padre Pietro, detto Pietrino, allora portiere dello stabile è stato il primo sospettato: “La nostra vita è segnata. Viviamo con questa spada di Damocle sulla testa. Il 9 marzo 2010 mio padre si è suicidato. La mia matrigna è sola e non sta bene”. Ora “stiamo rivivendo quei momenti”. Mario Vanacore non ha mai parlato con la famiglia di Simonetta Cesaroni: “Avrei voluto farlo. Ma ho sempre avuto l’impressione che ce l’avessero con noi”. Anche adesso “forse non è il momento buono. Però vorrei esprimere loro la mia vicinanza. Nemmeno loro hanno giustizia”.
Nel frattempo il legale di Mario Vanacore ha riferito che dalla primavera scorsa è stato depositato un esposto in procura a Milano per uno spettacolo teatrale sul delitto di via Poma. “Una denuncia querela per valutarne il contenuto diffamatorio, se non addirittura di calunnia nei confronti di Mario Vanacore, dopo anni di illazioni, sospetti, articoli, libri, trasmissioni tv, blog e spettacoli teatrali, in cui il mio assistito veniva dipinto come sospettato, se non colpevole, della morte di Simonetta Cesaroni il 7 agosto 1990 a Roma” – ha spiegato Claudio Strata.
L’esposto per uno spettacolo sul caso Cesaroni che indicava Mario Vanacore come sospettato
La decisione dell’esposto è maturata quando Mario Vanacore “ha scoperto che a Milano c’era stato uno spettacolo teatrale che raccontava il caso Cesaroni – spiega Strata – e che lo indicava tra i sospettati. C’erano la registrazione e dei testimoni, quindi alla procura abbiamo chiesto un’indagine e di valutare tutto quando accaduto”.