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Secondo la ricostruzione che Moussa Sangare, reo confesso dell’omicidio di Sharon Verzeni, ha fornito nell’interrogatorio, l’uomo era uscito dalla sua casa occupata di Suisio un’ora prima del delitto con un coltello con l’intenzione di colpire una qualsiasi persona.
Moussa Sangare, la ricostruzione dell’omicidio di Sharon Verzeni: ‘Guardava le stelle con le cuffiette’
Per questo si era aggirato a Terno d’Isola; ma prima, durante il percorso, aveva minacciato i due ragazzini, uno con la maglietta del Manchester. Poi ha visto Sharon e l’ha seguita, bloccando la donna, ha raccontato, che “guardava le stelle con le cuffiette”, e colpendola puntando al cuore. Quindi altre tre coltellate al corpo per fuggire a tutta velocità in bicicletta.
“Scusa per quello che ti sto per fare“. Sono queste le parole che Moussa Sangare avrebbe pronunciato a Sharon Verzeni poco prima di accoltellarla a morte. Parole alle quali la donna avrebbe risposto ripetendo più volte “perché?“. È quanto avrebbe riferito il 31enne accusato dell’omicidio premeditato della donna, durante i primi interrogatori resi agli inquirenti.
La reazione di Sharon mentre subiva l’aggressione mortale: ‘Perché’
Nel carcere di Bergamo lunedì 2 settembre l’interrogatorio di convalida del fermo di Moussa
Sangare , accusato di aver ucciso Sharon Verzeni nella notte tra il 29 e il 30 luglio a Terno d’Isola.
Sangare è accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi e la Procura ha chiesto al gip la convalida del fermo
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