Coronavirus: ‘Le Olimpiadi di Tokyo non saranno cancellate’, nuova vittima ad Hong Kong
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4 Febbraio 2020 - 21:59L’incubo è finito quando le lancette segnavano le ore 12 di martedì 4 febbraio 2020. Un 58enne libanese, da tempo tempo residente a Roma, è tornato in libertà dopo aver trascorso sette mesi nel carcere libanese di Beirut per un omicidio che non aveva mai commesso.
Il cittadino di origini libanesi era detenuto a Beirut
Il tribunale di Nabatiye ha recepito l’istanza dell’avvocato Francesco Liguori del Foro di Salerno che in questi mesi di battaglia legale ha ricostruito meticolosamente la complessa vicenda giudiziaria acquisendo atti essenziali a dimostrare l’estraneità ai fatti del suo assistito.
Accolta la tesi difensiva del pool legale guidato dall’avvocato Francesco Liguori
A tal riguardo fondamentale la comunicazione delle Sezioni Procedure Penali del Cantone di Argovia (Aarau) che ha rilevato che a carico dell’uomo non risultava nessun procedimento penale per omicidio nel 2002. “Quando l’ho comunicato al figlio, era quasi incredulo. Le sue parole mi hanno commosso” – ha dichiarato l’avvocato Francesco Liguori subito dopo aver appreso la decisione dei giudici libanesi.
Decisivo il documento della Sezione Procedure Penali del Cantone di Argovia
Da rilevare che il cittadino libanese era stato condannato dal Tribunale di Muri nel gennaio del 1999 per plurimi tentati omicidi. Pena che era già stata scontata nella prigione cantonale di Lenzburg e che nulla centrava con i fatti contestati dagli inquirenti libanesi ed oggetto di una comunicazione Interpol di Berna che si è rivelata, dopo gli accertamenti del pool legale, infondata.
La vicenda: sentenza eseguita a 16 anni dalla sentenza del tribunale di Nabatye
La complessa vicenda è strettamente legata ad una comunicazione del settembre del 2002 dell’Interpol di Berna su richiesta dei colleghi di Beirut in quanto era stato accertato che era in possesso di un passaporto falso. Ad un anno di distanza, il 10 novembre 2003, il tribunale penale di Nabatye ha pronunciato la sentenza di condanna in contumacia fondata sulla comunicazione dell’Interpol di Berna.
Il pool legale
Sette mesi fa, a distanza di 16 anni, l’esecuzione della sentenza con l’arresto del cinquantottenne libanese. Provvedimento immediatamente impugnato dal pool legale dell’uomo coordinato dall’avvocato Francesco Liguori del Foro di Salerno e residente a Siegen, e composto dall’avvocato Hadid Kamal, del Foro di Beirut, dall’avvocato Marc Schmid del Foro di Zurigo con la collaborazione dell’interprete di arabo-italiano, il professore Mohammad Jamil Khazna di nazionalità siriana.