Roberta Repetto morta dopo l’asportazione di un neo: processo da rifare

La Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di condanna a un anno e 4 mesi per il medico bresciano Paolo Oneda per la morte di Roberta Repetto, l’insegnante deceduta per un tumore dopo l’asportazione di un neo sul tavolo della cucina del centro olistico Anidra, nell’entroterra di Genova.

Morte Roberta Repetto, la Cassazione ha annullato la sentenza di condanna a un anno e quattro mesi del medico Paolo Oneda

Nessun processo per il ‘santone’ Paolo Bendinelli, assolto già in appello, e per la psicologa Paola Dora. La corte d’appello dovrà dunque rifare un processo di secondo grado. A fare ricorso erano stati i legali del medico, gli avvocati Alberto Sirani e Giovanni Motta. I tre erano un processo per la morte di Roberta Repetto, la donna di 40 anni uccisa dalle metastasi di un tumore dopo l’asportazione di un 
neo sul tavolo della cucina del centro e curata per due anni con tisane zuccherate e meditazione. La procura generale aveva chiesto la condanna per omicidio volontario, con dolo eventuale, maltrattamenti, circonvenzione di incapacità e violenza sessuale.

Confermata l’assoluzione del ‘santone’ Paolo Bendinelli

In primo grado erano stati condannati per omicidio colposo al termine del rito abbreviato. Erano stati assolti dall’accusa di violenza sessuale e circonvenzione di incapacità. Roberta Repetto, i cui familiari sono assistiti dagli avvocati Giuseppe Sciacchitano e Andrea Andrei, era stata operata senza anestesia dal medico sul tavolo della cucina e per due anni era stata curata con tisane. Era poi morta a ottobre 2020 al San Martino dove era arrivata in condizioni disperate.