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3 Gennaio 2025 - 11:15“Il 9 dicembre 2024, la giustizia ha perso”. Inizia così la lettera inviata al Giornale di Brescia da Raffaella Ragnoli, la donna che a gennaio del 2023 uccise in casa a Nuvolento (Brescia) il marito Romano Fagoni, accoltellato sotto gli occhi del figlio minorenne e che il 9 dicembre 2024 è stata condannata in primo grado all’ergastolo.
Raffaella Ragnoli ha scritto una lettera al Giornale di Brescia dopo la condanna all’ergastolo per aver ucciso il marito a Nuvolento
Il pm aveva chiesto 24 anni di carcere e la difesa aveva sostenuto che l’omicidio era avvenuto dopo anni di presunti maltrattamenti fisici e psicologici. “La data del 28 gennaio 2023 rimarrà impressa come un solco profondo lasciato da un aratro nel mio cuore e nel mio cervello per sempre. Ebbene sì, ciò che è avvenuto è stato terribile, un gesto crudele d’amore. Anni di violenze psicologiche indescrivibili di tutto ciò che è stato”. Raffaella Ragnoli ha sempre sostenuto di aver ucciso il marito perché lui stava minacciando con un coltello il figlio minorenne.
“Lo choc di quella sera è stato terribile, non era possibile tenerlo fuori dopo che tutto è scaturito da una aggressione verbale e fisica nei suoi confronti diretti. L’urlo agghiacciante di mio figlio quando ha evitato, spostandosi, di essere colpito ha probabilmente dato al mio cervello un input di protezione e in una situazione ad alta tensione quale quella, il controllo può sfuggire di mano e dare luogo ad un gesto terribile quale è stato l’epilogo che noi tutti sappiamo” – ha aggiunto.
‘Anni indescrivibili di violenza psicologica, l’urlo agghiacciante di mio figlio ha fatto scattare un input di protezione’
“La mia più grande colpa? Il silenzio, la mancata denuncia, la mancata confidenza alle persone a me più o meno vicine. Il mio modo di pensare che parlare in modo velato e tra le righe porti comunque a capire che qualcosa non va. In realtà, nonostante questo sia stato il modo di agire, le tante persone che mi stanno accanto pur non sapendo, sanno che quel gesto non appartiene a me”.