Sofia Stefani e Giampiero GualandiSofia Stefani e Giampiero Gualandi

Processo vigilessa morta ad Anzola: ‘Si autodefiniva padrone’

Il 18 maggio 2023 Giampiero GualandiSofia Stefani avrebbero firmato un “contratto di sottomissione sessuale”. Ne hanno parlato nel processo a carico dell’ex comandante della polizia locale di Anzola, accusato dell’omicidio della giovane collega, la procuratrice aggiunta Lucia Russo e l’avvocato Andrea Speranzoni, difensore di parte civile per la famiglia Stefani, nei loro interventi di richiesta delle prove. Nel contratto, è stato riferito in aula, Gualandi si “autodefiniva padrone, colui che tutto può sulla sua schiava”. In un passaggio si diceva: “Io signore e padrone mi impegno a dominare l’anima della mia sottomessa”.

Il legale difensore: ‘Solo un gioco’

“Il contratto di sottomissione viene dal libro ’50 sfumature di grigio’, uno dei successi editoriali del 2011, lo si trova nel capitolo 11. Ci sono siti Bdsm da cui si possono scaricare contratti di questo tipo. Era un gioco, non ha nessuna validita’, nessuna efficacia giuridica, nessuna possibilita’ di condizionare comportamenti. Nella vita sessuale gli adulti possono fare quello che vogliono” – ha chiarito Claudio Benenati, avvocato difensore di Giampiero Gualandi.

‘Dì che è partito un colpo’

Durante il dibattimento è stato chiamato a testimoniare la persona che sentì lo sparo il pomeriggio del 16 maggio 2024 nel comando della polizia locale di Anzola Emilia (Bologna). “Ad un certo punto sentimmo un tonfo. Ci guardammo, il tempo di guardarci e di dirigerci verso il corridoio e Gualandi uscì dal suo ufficio col cellulare in mano, era al telefono con il 118 e mi disse di chiamare il 112. Io mi affacciai e vidi la Stefani a terra nell’ufficio, e chiesi a Gualandi cosa dovevo dire. Lui mi disse: ‘Dì che è partito un colpo’. E io chiamai i carabinieri col mio cellulare e dissi così” – ha riferito Michele Zampino, impiegato amministrativo. L’altra persona al comando era la sovrintendente della polizia locale Catia Bucci. “Una o due volte alla settimana era lì. Pensavamo che lui come sindacalista stesse aiutando lei, che era stata licenziata” – ha aggiunto la testimone. 

Quando l’appuntato dei carabinieri Giuseppe Di Pasquale arrivò nel comando di polizia locale di Anzola Emilia il 18 maggio 2024 l’imputato Giampiero Gualandi fece alcuni gesti che il militare, il primo ad intervenire sulla scena del crimine, ha osservato e ha sottolineato testimoniando davanti alla Corte di assise di Bologna. “Gualandi guardava verso di me, ci guardammo, si alzò e mi disse che stava facendo il massaggio”.

Appuntato dei carabinieri: ‘Spostò caricatore, non aveva reazioni’

Poi “l’ho fatto uscire dalla stanza, c’è stato un momento caotico e mi chiese se poteva andare in bagno. Gli dissi ‘va bene’ e lui entrò nel bagno attiguo al suo ufficio, aprì subito il rubinetto e si lavò le mani. Erano sporche di sangue, non eccessivamente”. L’appuntato ha riferito anche di aver visto la pistola sulla scrivania: “Quando mi frapposi tra Gualandi e l’arma lui prese il caricatore, disinserito, e lo appoggiò su una cassettina di legno con scritto ‘pulizia armi’. L’unica cosa modificata sulla scena è stata quella”, ha detto il carabiniere, che ha descritto l’imputato come “freddo, non aveva reazioni”.

La telefonata al 118

“Abbiamo una ferita molto grave. E’ partito un colpo e ha colpito al viso la collega”. Sono le parole che Giampiero Gualandi utilizzò quando il 16 maggio 2024 chiamò il 118 per Sofia Stefani, la ex collega con cui aveva una relazione sentimentale e che, secondo l’ipotesi di accusa, avrebbe assassinato. L’audio della chiamata è stato fatto ascoltare nell’aula della Corte di assise di Bologna. L’operatrice disse a Gualandi di fare il massaggio cardiaco, in attesa dell’arrivo dell’ambulanza. Poi l’imputato diede una spiegazione di quello che era successo, ribadendo: “Stavo pulendo la pistola ed è partito un colpo”.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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