Papa Francesco ha sconfitto la polmonite bilaterale
Dal ricovero alle crisi, dai bollettini medici alle preghiere dei fedeli. Poi i miglioramenti, il vocale, la prima foto e il tanto atteso annuncio delle dimissioni dall’ospedale. Trentasette giorni dopo, Papa Francesco lascerà domenica 23 marzo il Policlinico Gemelli e torna a Santa Marta, dove continuerà la convalescenza tra le mura vaticane.
Prima di lasciare il nosocomio si affaccerà dal decimo piano della struttura per una benedizione. Dovrà restare a riposo in convalescenza per almeno due mesi. La polmonite bilaterale è sconfitta ma ci sono altri acciacchi da monitorare costantemente.
Due volte in pericolo di vita, convalescenza di almeno due mesi
Un lungo ricovero durante il quale nono sono mancati i motivi di apprensione con Bergoglio che almeno in due circostanze è stato in pericolo di vita. Era la mattina del 14 febbraio scorso quando una nota della sala stampa vaticana annunciava il ricovero “per alcuni necessari accertamenti diagnostici e per proseguire in ambiente ospedaliero le cure per la bronchite” che lo aveva debilitato nei giorni precedenti. Da allora le condizioni del Santo Padre sono state altalenanti, facendo ad un certo punto pensare anche al peggio in seguito ad alcune crisi per quella che era stata certificata dai medici come una “polmonite bilaterale”. La domenica successiva, all’Angelus, Francesco ha affidato ad un messaggio il suo saluto ai fedeli ringraziandoli “per l’affetto, la preghiera e la vicinanza con cui mi state accompagnando in questi giorni”.
Ogni mattina è stata accompagnata dal bollettino medico quotidiano che, per oltre un mese, ha scandito la degenza del Pontefice, dalla prognosi riservata fino alle dimissioni. Il 19 febbraio la visita della premier Giorgia Meloni che ha detto di averlo trovato “reattivo” e di aver scherzato con lui in un momento in cui le condizioni cliniche venivano date in miglioramento dai medici.
Poi, il 21 febbraio, la prima conferenza stampa dello staff medico. “Il Papa non è fuori pericolo”, le loro parole alla vigilia di quella che poi sarà la giornata più complicata della degenza, il 22 febbraio. In quel giorno il Papa ha avuto una crisi asmatica, con anemia e necessità di trasfusione. A questo, nei giorni successivi, si è aggiunta anche un’insufficienza renale, facendo crescere l’ansia tra i fedeli di tutto il mondo.
Le preghiere in piazza San Pietro
Per questo, dal 24 febbraio, sono stati organizzati quotidianamente, alla sera, i rosari in piazza San Pietro. Le preghiere e gli auguri di pronta guarigione sono arrivati da ogni angolo del mondo, dai capi di Stato fino agli studenti delle scuole, con disegni e messaggi indirizzati al Santo Padre. Le condizioni “critiche ma stazionarie” sono rimaste tali per giorni fino ai primi momenti di miglioramento, senza più crisi respiratorie e il ritorno al lavoro e alla preghiera. Il 28 febbraio, però, una nuova crisi di broncospasmo è tornata a preoccupare i medici.
Per giorni i fedeli si sono assiepati sotto la finestra del policlinico Gemelli per far sentire la loro vicinanza al Papa che li ha ringraziati tramite un audio trasmesso durante il rosario a piazza San Pietro. La prima bella notizia è del 10 marzo, quando i medici hanno sciolto la riserva sulla prognosi. Bergoglio, infatti, aveva risposto positivamente alle cure e alle terapie dei medici, cominciando anche la fisioterapia respiratoria e partecipando, seppur da remoto, ai riti delle Ceneri.
Con i giorni è stata ridotta la ventilazione, poi – il 16 marzo – la prima foto: Papa Francesco, ripreso di lato, è sulla sedia a rotelle nella cappellina del Gemelli mentre concelebra la messa. Innumerevoli i messaggi ricevuti al Policlinico per l’anniversario del suo pontificato, dalla premier Meloni fino al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Altra buona notizia tre giorni fa con la sospensione della ventilazione meccanica non invasiva e la riduzione dell’ossigenoterapia. Segnali della ripresa di Francesco fino all’annuncio inaspettato di sabato 22 marzo, delle dimissioni e del ritorno a “casa”.
‘É dimagrito ma ha riserve, non ha avuto il Covid’
“Quanto è dimagrito? Non lo abbiamo pesato però sarà dimagrito, è evidente, lo vedrete domani quanto gli starà larga la veste. È dimagrito ma lui ne ha di riserve quindi questo non ci preoccupa. Quando è stato molto male si alimentava di meno, ora che sta meglio ha cominciato ad alimentarsi progressivamente un po’ di più”. Lo ha spiegato il professore Sergio Alfieri, direttore dell’équipe medica del Gemelli che ha seguito Papa Francesco nel corso del briefing con la stampa. I medici hanno riferito che non ha avuto il Covid e non ha problemi di diabete.