Riccardo e Vladislav GaioRiccardo e Vladislav Gaio

Vladislav Gaio ha accoltellato il 17enne e si è tolto la vita

Un’ennesima lite tra padre e figlio, in uno dei numerosi tentativi del ragazzo di proteggere la madre dalle “ossessioni” dell’uomo, separato ma ancora convivente. L’adulto prende un coltello e uccide il giovane, poi prende un’arma e si toglie la vita.

La macabra scoperta della sorella 13enne

Sta probabilmente in questa dinamica all’interno di un nucleo familiare la scintilla che ha fatto esplodere il nuovo caso di omicidio-suicidio, scoperto nel pomeriggio di martedì scorso a Oltra, micro frazione del comune di Lamon, in provincia di Belluno. Nella piccola abitazione sono stati trovati i cadaveri del ragazzo, Riccardo Gaio, di 17 anni, e del padre Vladislav (49). A chiamare i carabinieri l’altra figlia, una ragazzina 13enne, che ha fatto la macabra scoperta e che in stato di choc è stata portata all’ospedale di Feltre, assieme alla madre, in una sezione dedicata alle vittime di violenza. La dinamica è stata accertata: il padre, al momento disoccupato, avrebbe preso un coltello dalla cucina al piano terra dell’abitazione, poi è salito al piano superiore dove c’era il ragazzo e lo ha colpito varie volte, nella zona dell’addome.

Gli atteggiamenti persecutori e la convivenza difficile

Ha quindi impugnato una pistola da macello, che solitamente viene utilizzata per uccidere gli animali di grossa taglia, avrebbe sparato ancora al figlio e poi a se stesso, finendo riverso sul pavimento. Altri particolari sulle circostanze della morte potranno venire dall’autopsia, che verrà conferita domani pomeriggio dalla Procura della repubblica di Belluno all’anatomopatologo Antonello Cirnelli. Secondo quanto stanno accertando gli investigatori, da qualche tempo l’uomo aveva assunto atteggiamenti persecutori contro l’ex moglie, con la quale però continuava a vivere, assieme ai due figli. C’erano probabilmente dei motivi economici che impedivano una separazione anche di residenza.

La denuncia della donna

Questo potrebbe aver acuito la tensione interna alla famiglia, con conseguenti diverbi e possibili violenze. Risulterebbe che nei giorni scorsi la donna si sarebbe decisa anche a presentare denuncia contro l’ex coniuge. Il figlio avrebbe preso le parti della madre, opponendosi alle prepotenze del padre; da qui, molto probabilmente, la decisione estrema e il tragico esito di martedì.

Il nucleo familiare si era stabilito nelle montagna bellunesi da circa 13 anni. L’uomo aveva lavorato fino a marzo a Bassano del Grappa (Vicenza), poi il contratto era stato interrotto. Nonostante le difficoltà economiche pare avesse acquistato da poco una moto.

Le problematiche economiche e le tensioni

La donna aveva un lavoro con il quale mandava avanti la gestione economica della famiglia. Il figlio aveva smesso di frequentare una scuola superiore a Fiera di Primiero (Trento). Come spesso accade in circostanze simili, gli abitanti del borgo non ricordano di aver notato screzi e dissapori, avevano anzi sempre avuto rapporti cordiali con la famiglia. In attesa che la magistratura dia il nulla osta al rilascio dei due corpi, il sindaco di Lamon, Loris Maccagnan, ha annunciato che in occasione dei funerali verrà decretato il lutto cittadino

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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