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31 Luglio 2022 - 8:14Si sentiva perseguitata dalla madre e i rapporti e tra di loro le liti erano continue. Sara Corcione, 38 anni, è stata tradotta nel carcere femminile di Bologna con l’accusa di omicidio volontario. La trentottenne avrebbe ucciso Sonia Diolaiti, pensionata 62enne di Ferrara, avvelenandola con il nitrato di sodio che le sarebbe stato fatto assumere sciogliendolo in una bevanda (forse un tè).
La 38enne Sara Corcione accusata dell’omicidio della madre: Sara Diolaiti sarebbe stata avvelenata
Il corpo privo di vita della vittima, vedova da 4 anni dell’ex primario di radiologia dell’ospedale di Ferrara, Stefano Corcione, è stato trovato nella tarda serata di venerdì 29 luglio nell’abitazione di via Ortigara 28. A lanciare l’allarme una coppia di amici che mercoledì l’avevano riaccompagnata a casa e, probabilmente, sono stati gli ultimi a vederla viva. Dovevano vedersi a cena ma da ore non rispondeva al telefono e quando sono andati a citofonarla senza ottenere risposta si sono preoccupati ed hanno allertato le forze dell’ordine.
A lanciare l’allarme una coppia di amici, l’ingresso in casa dalla finestra dell’abitazione di via Ortigiara
Sul posto i carabinieri di Ferrara e i Vigili del fuoco che sono entrati dalla finestra dell’appartamento al primo piano ed hanno scoperto il corpo della 62enne. Dai primi rilievi del personale del 118 emergeva che la donna era morta da qualche giorno, pare dalla tarda serata di mercoledì 27 luglio, e che presentava tracce compatibili con quelle dell’avvelenamento.
Gli uomini dell’Arma hanno appreso che al quarto piano abitava la figlia che è stata immediatamente ascoltata. Sara Corcione, come sottolineato dal legale difensore (avvocato Gianni Ricciuti) si è messa a disposizione degli inquirenti ed ha rilasciato dichiarazioni che ha poi confermato anche nel corso dell’interrogatorio con il pm.
‘Non ci prendevamo fin da quando ero bambina’, chiesta la perizia per valutare la capacità della donna
“Non ci prendevamo fin da quando ero bambina” – avrebbe riferito Sara Corcione mentre il legale, che non ha confermato la confessione, ha riferito che dall’interrogatorio è emerso un forte disagio psichico e che sarà chiesta una perizia per valutare la capacità di intendere e di volere. In passato la donna era stata anche in cura dallo psicologo.
Ai conoscenti diceva spesso di volere un’altra madre. I vicini hanno raccontato dei rapporti tesi e delle urla nell’androne del palazzo. Nessuno, però, immaginava un epilogo così tragico.