Andrea SempioAndrea Sempio

Delitto Garlasco, Andrea Sempio sarà sottoposto al test del DNA

É una nuova consulenza, affidata a un tedesco esperto in genetica, che potrebbe riaprire il caso sul delitto di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco e per cui omicidio è stato condannato a 16 anni in via definitiva l’allora fidanzato Alberto Stasi, che a breve finirà di scontare la sua pena nel carcere milanese di Bollate.

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Proprio i risultati di questa nuova tecnica per estrarre ed analizzare il DNA potrebbero consentire di tornare a indagare (come già fatto nel 2016) su Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, raggiunto da un avviso di garanzia con l’accusa di omicidio in concorso con ignoti o lo stesso Stasi. Le risultanze avrebbero riacceso le speranze della difesa di Stasi e oggi si arriva a questa ‘riapertura’.  “Io e mio marito abbiamo saputo la notizia oggi guardando il Tg1. Non abbiamo e non vogliamo dire niente”. Così Rita Preda, insieme al marito Giuseppe, commentano le novità a 18 anni dal delitto della figlia Chiara.

“Andrea Sempio è allibito e sconvolto”. Lo afferma l’avvocato Massimo Lovati che difende il giovane finito nuovamente sotto i riflettori della Procura di Pavia. Alla domanda se consideri un'”abnormita’ giuridica” la nuova indagine su Sempio, il legale risponde: “Si’, lo è”, considerando che c’e’ una sentenza passata in giudicato per Alberto Stasi e c’era già stata un’archiviazione nei confronti del suo assistito. “Vedremo domani” aggiunge riferendosi al test del DNA a cui sarà sottoposto Sempio.

La presunta traccia genetica e l’archiviazione

Nel marzo del 2017 il gip di Pavia Fabio Lambertucci, archiviò l’inchiesta su Andrea Sempio, oggi 37 anni, accusato del delitto di via Pascoli. Il giudice per le indagini preliminari, accogliendo la richiesta del pm Mario Venditti, aveva respinto la richiesta della madre di Stasi di riaprire il caso per alcune dichiarazioni e circostanze “sospette”, a dire della difesa del condannato, messe in atto dall’amico del fratello della vittima.

Secondo gli allora legali di Stasi sulle unghie della vittima ci sarebbe stata una traccia genetica riconducibile a Sempio. Il gip “evitando di interrogarsi sul rispetto dei principi di riservatezza” per reperire il Dna di Sempio – estratto da una bottiglietta d’acqua, una tazzina da caffè e un cucchiaino sottratti da un bar da un investigatore privato – concordava con il pubblico ministero nel considerare come “radicalmente priva di attendibilità la consulenza tecnica sul materiale genetico offerta oggi dalla difesa Stasi”.

Il pm ‘smontava’ le presunte incongruenze di Sempio relative al giorno dell’omicidio, così come l’ipotesi che lui – amico del fratello e che frequentava la villetta a due piani – si fosse invaghito di Chiara.

Cosa scrisse il Gip

“In conclusione, se è (non condivisibile ma) umanamente comprensibile l’intento di fare di tutto per difendersi da una gravissima accusa, anche dopo l’esaurimento dei possibili gradi di giudizio ordinario, nel caso di specie – sottolineava il gip di Pavia – ci si deve tuttavia arrestare di fronte all’inconsistenza degli sforzi profusi dalla difesa di Stasi” per trovare un colpevole alternativo all’omicidio di Chiara Poggi. “Escluso – scrive il gip nelle dieci pagine del decreto di archiviazione – qualunque valore” della consulenza genetica realizzata dalla difesa, “non residuano elementi indiziari a carico di Sempio”. 

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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