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29 Settembre 2023 - 15:42È stato condannato a 24 anni e sei mesi Alberto Scagni, l’uomo che ha ucciso la sorella Alice il 1° maggio 2022 sotto la casa di lei a Genova Quinto. La Corte d’Assise, presieduta dal giudice Massimo Cusatti, lo ha ritenuto semi infermo di mente sposando le conclusioni di Elvezio Pirfo, il perito del giudice delle indagini preliminari, e dei sui legali Alberto Caselli Lapeschi e Mirko Bettoli.
Il pubblico ministero aveva chiesto l’ergastolo per Alberto Scagni, accolta la tesi del perito sulla seminfermità
Il pubblico ministero Paola Crispo aveva chiesto la condanna all’ergastolo ritenendolo pienamente capace. Scagni è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla parentela. I giudici hanno disposto anche la permanenza per almeno tre anni, dopo il carcere, in una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza. Il giudice ha riconosciuto una provvisionale di 200mila euro al figlio di Alice Scagni e 100 mila al marito.
Scagni uccise la sorella dopo avere aspettato per ore sotto casa di lei. Da mesi il fratello litigava con i parenti perché chiedeva continuamente soldi. In poche settimane aveva speso il fondo pensione, di 15 mila euro, che gli era stato accantonato dai genitori e aveva iniziato a perseguitare la nonna e i vicini di casa.
Il legale del marito di Alice Scagni: ‘Importante che ci sia un lasso di tempo prima che torni in libertà per la sicurezza di mio figlio’
“Leggeremo le motivazioni e valuteremo cosa fare. Una parte di aggravanti sono state riconosciute. La cosa importante è che ci sia un lasso di tempo prima che lui torni in libertà per la sicurezza del bambino” – ha riferito Andrea Vernazza, l’avvocato di Gianluca Calzona, il marito di Alice Scagni, uccisa dal fratello, dopo la lettura della sentenza.
Omicidio Alice Scagni, la mamma aveva chiesto aiuto per il figlio: ‘Dovevate fermarlo prima’
Dopo l’omicidio i genitori di Alberto Scagni hanno denunciato la dottoressa del centro di Salute mentale della Asl3 e gli agenti della centrale operativa che il primo maggio ricevettero le telefonate del padre del ragazzo ma non mandarono le volanti. La procura ha chiesto l’archiviazione per questo fascicolo ma i genitori, tramite l’avvocato Fabio Anselmo, si sono opposti e deve essere fissata una udienza per la discussione.