Non si limitava ai maltrattamenti fisici, ma dietro le sue azioni si celava un piano ancora più cinico: ottenere sussidi per la disabilità del figlio e avviare una causa contro l’Ospedale di Padova per un risarcimento. Questo il quadro inquietante che emerge dalle indagini della squadra Mobile di Padova sul padre 22enne arrestato il 30 ottobre scorso per aver ripetutamente maltrattato il figlio di cinque mesi, causandogli danni gravi.
Il bambino, dopo un periodo di cure presso il reparto di Pediatria, è stato dimesso e affidato ai Servizi Sociali. Gli accertamenti della polizia non hanno coinvolto la madre, che risulterebbe ignara delle violenze perpetrate dal compagno.
Le prove e l’arresto
Il 22enne, appartenente alla comunità sinti e residente con la compagna a Camisano Vicentino (Vicenza), era già sotto osservazione da parte degli investigatori. Grazie all’installazione di telecamere nascoste nella stanza del bambino, la polizia ha potuto documentare le ripetute sevizie: il padre entrava nella camera con fare sospetto, controllava l’ambiente e, certo di non essere visto, infliggeva violenze al piccolo, mettendogli le dita in bocca e comprimendogli il petto.
Le immagini registrate hanno rivelato che le torture avvenivano in modo sistematico, interrotte solo dal timore di essere sorpreso. Alla fine, il 30 ottobre, la polizia è intervenuta in flagranza di reato, arrestando l’uomo sul posto.
Un piano premeditato: il sospetto delle forze dell’ordine
Secondo gli investigatori, l’obiettivo del 22enne non era uccidere il bambino, ma provocargli una disabilità per poter beneficiare dei sussidi statali e intentare una causa contro l’ospedale. Infatti, il padre avrebbe potuto accusare i medici di negligenza nella cura del piccolo, con la possibilità di ottenere un cospicuo risarcimento.
Le indagini mediche e il sospetto della pediatria
I primi segnali di allarme sono arrivati dai medici dell’Ospedale di Vicenza, che hanno ricoverato il bambino per problemi respiratori. Con il passare delle settimane, i sanitari hanno notato un inquietante schema: ogni volta che il piccolo migliorava ed era vicino alle dimissioni, le sue condizioni peggioravano improvvisamente.
Ad agosto, il neonato è stato trasferito all’Ospedale di Padova, dove la situazione si è ripetuta. Gli episodi di crisi respiratorie coincidevano con le visite del padre, sollevando forti sospetti tra i medici. Dopo una segnalazione alla polizia ospedaliera, le autorità hanno installato le telecamere e raccolto prove decisive per l’arresto.
Il caso in mano alla giustizia
Ora il 22enne è accusato di maltrattamenti aggravati e lesioni gravi. Il suo arresto ha evitato ulteriori violenze, ma resta da chiarire se abbia avuto complici o se vi siano altri elementi a sostegno della tesi della truffa premeditata.
Gli inquirenti proseguono le indagini per ricostruire nei dettagli il piano criminale e per garantire giustizia al piccolo, ora finalmente al sicuro.