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3 Febbraio 2024 - 16:09É morto a Ginevra , a 86 anni, Vittorio Emanuele di Savoia, figlio di Umberto I, ultimo Re d’Italia. Ne dà notizia, in un comunicato, la Casa Reale di Savoia: “Alle ore 7:05 del 3 febbraio 2024, sua altezza reale, Vittorio Emanuele , duca di Savoia e principe di Napoli, circondato dalla sua famiglia, si è serenamente spento a Ginevra. Luogo e dati delle esequie saranno comunicati appena possibile”.
Vittorio Emanuele di Savoia è morto a Ginevra a 86 anni
Il 12 e 13 giugno del 1946 il governo conferì i poteri dello Stato al presidente del Consiglio Alcide De Gasperi e dall’entrata in vigore della Costituzione repubblicana, il 1 gennaio 1948, venne stabilito che i discendenti maschi della famiglia I Savoia sarebbero dovuti andare in esilio con divieto di ingresso in Italia.
Restarono in esilio tra la Svizzera, la Francia e la Corsica fino alla fine del 2002 quando poterono tornare in Italia in seguito all’abolizione della norma costituzionale che obbligava gli eredi maschi di casa Savoia all’ esilio.. Nel 2002, con un comunicato emesso da Ginevra, prese ufficialmente le distanze dalle leggi razziali, per la prima volta nella storia di casa Savoia.
L’esilio fino al 2002
Era sposato con Marina Doria, da cui ha avuto Emanuele Filiberto che negli anni ha conosciuto la ribalta televisiva con la partecipazione a numerosi talent, sia come concorrente che come giudice, dopo aver conquistato il secondo posto al Festival di Sanremo nel 2010 dove si è esibito con Pupo. Le nozze furono celebrate, nonostante la contrarietà di suo padre Umberto, con rito civile a Las Vegas l’11 gennaio 1970 e con rito religioso a Teheran il 7 ottobre 1971.
Pupo ‘smonta’ Sanremo 2010: ‘Arrivò la telefonata della Presidenza della Repubblica’
Eravamo preparati da tempo, è una notizia che ci addolora molto. Quella del principe Vittorio Emanuele è stata una vita decisamente sfortunata, massacrato per tutta la vita; purtroppo da buona parte della stampa ogni cosa che ha fatto è stata utilizzata” un suo danno”. É il ricordo all’Adnkronos del capitano di vascello Ugo D’Atri, presidente dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon.
Ugo D’Atri: ‘Nell’immaginario collettivo è stata sempre colpa sua’
“Ricordo quando nel 2006 venne arrestato e poi si è scoperto che non c’era niente sotto, e poi la morte del ragazzo tedesco per un colpo di pistola, mentre il principe aveva in mano un fucile e non poteva essere lui. Eppure nell’immaginario collettivo è stata sempre colpa sua. Nessuno si è mai posto il problema di quanto abbia sofferto, se non chi stava intorno a lui, come noi Guardie d’Onore” – ha aggiunto Ugo D’Atri.
“Ha avuto nella vita meno di quanto meritava, è nato in una reggia, doveva diventare Re e poi a 9 anni è stato mandato in esilio che si è protratto per 57 anni, gran parte della sua vita. Una cosa medievale, inumana, anacronistica, assurda nel XX secolo”. “Il principe Emanuele Filiberto mi ha chiamato un’ora fa – aggiunge il presidente D’Atri – dicendo che le intenzioni della famiglia sono di portarlo a Superga”.
La telefonata di Emanuele Filiberto: ‘Vogliono portarlo a Superga’
Nel 2007 Vittorio Emanuele aveva chiesto il risarcimento allo Stato italiano di 260 milioni di euro per l’esilio e la restituzione dei beni confiscati nel 1948. Nel 2022 ha chiesto, invece, la restituzione dei gioielli di famiglia, che sono custoditi da tempo nei forzieri della Banca d’Italia.
L’Unione Monarchica Italiana ( UMI) si rivolge un “pensiero affettuoso alla Famiglia Savoia in occasione del decesso del Principe Vittorio Emanuele , figlio del Re Umberto II, costretto, ancora bambino, a lasciare l’amata Italia per un esilio che nessun paese civile ha mai adottato” si legge in una nota dell’Umi. “I monarchici italiani, e quanti hanno nel cuore la Patria nata dal Risorgimento, si stringono ai familiari nel ricordo del Principe sabaudo”.