Il mondo di Andrea Prospero tra numeri di telefono e nickname
Pur essendo “molto attento alla propria privacy” nella vita reale e su internet, Andrea Prospero aveva una “vastissima serie di contatti” informatici ancora al vaglio degli inquirenti. Un mondo fatto di numeri di telefono, di nickname e indirizzi Ip, la sequenza di cifre che identificano i computer che si agganciano al web, nel quale si stanno destreggiando gli esperti della polizia postale.
Caccia all’uomo dei farmaci
Indagini sono in corso per svelare il mondo di Prospero risalendo a chi si cela dietro ai nickname, nomi fittizi impiegati nella rete, e a eventuali contatti. Si cerca anche di capire come si sia potuto procurare i farmaci utilizzati per togliersi la vita ma anche se questo mondo di interazioni celasse qualcosa di illecito. Intanto per venerdì è stato fissato davanti al gip di Perugia l’interrogatorio di garanzia del diciottenne romano agli arresti domiciliari, utilizzava il nickname Valemno, per induzione o aiuto al suicidio dello studente universitario d’informatica originario dell’Abruzzo.
L’agghiacciante chat sui soccorsi tra Valemno e Burberry
In un secondo momento ha invitato a partecipare alla drammatica diretta di trentacinque minuti Thomas Burberry. Come si evince dalla chat in un primo momento i due pensano di chiamare i soccorsi poi cambiano idea. “E fra’ col tuo cell? Se è vero e lo trovano con il cell e tutto?”. “Un po’ di ca…i nostri”.
“É molto provato per tutto quello che sta accadendo attorno a lui” – ha detto il suo difensore Alessandro Ricci. Non è chiaro se il giovane deciderà di rispondere alle domande del giudice o avvalersi della facoltà di non farlo. Nel monolocale dove Prospero è stato trovato morto, in via del Prospetto a Perugia, sono stati recuperati un pc portatile, 5 telefoni cellulari e 46 sim-card.
La vasta rete di contatti
La loro analisi ha fatto emergere la “vastissima serie di contatti” dello studente e altre comunicazioni avute nella chat e nei canali che utilizzava. Un ruolo importante per l’indagine lo ha avuto anche l’esame delle celle telefoniche agganciate dal giovane. Quasi esclusivamente tra Lanciano, la sua città di origine, e Perugia. Particolare che secondo gli investigatori conferma l’uso degli apparati da parte di Prospero.
Il giovane gestiva poi “numerosi” account social. In particolare su Telegram utilizzando nick name diversi. Tra i quali si stanno muovendo ora polizia postale e squadra mobile. Con un’indagine molto complessa, anche perché gran parte degli strumenti informatici erano dotati di password e nessun documento conteneva elementi per svelare i dati di accesso.
L’indagato in chat: ‘Ha mandato il video’
Utilizzando proprio uno degli pseudonimi aveva provato ad acquistare uno dei farmaci oppioidi poi utilizzati per il suicidio chiedendo di spedirli a Lanciano ma senza riuscirci. Nelle tante chat contenute nell’ordinanza di custodia cautelare per il giovane di Roma emerge anche il riferimento a un filmato che potrebbe essere stato girato da Prospero a ridosso del suicidio.
“Come sai che non trolla” – si chiede uno di quelli con lui in chat. “Ha mandato il video” – risponde un altro. Secondo il Corriere dell’Umbria, però, nel cellulare dello studente non è stato trovato alcun filmato. Un’indagine, quella coordinata dalla Procura di Perugia, che deve ancora chiarire diversi punti. “Solo il primo tassello” dell’inchiesta, hanno ripetuto gli inquirenti, che punta a fare luce sull’approvvigionamento illecito di farmaci che garantisce quella che sembra essere la parte più oscura del web.