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8 Febbraio 2024 - 22:47Uscirà dal carcere di Lecce domenica 11 febbraio e tornerà nella sua casa di via Grazia Deledda ad Avetrana, in provincia di Taranto, Michele Misseri, 69 anni, che ha finito di scontare la pena inflittagli in via definitiva per concorso in soppressione di cadavere nell’ambito del processo per l’omicidio della nipote sedicenne Sarah Scazzi, avvenuto a fine agosto del 2010 nella cittadina jonica.
Michele Misseri tornerà a vivere nell’abitazione dove perse la vita Sarah Scazzi
Condannato a otto anni di reclusione l’uomo, tra decreto ‘svuotacarceri’ e lo scomputo relativo alla legge sulla liberazione anticipata, ha ottenuto, grazie alla buona condotta tenuta in carcere, una riduzione di pena di oltre 400 giorni. . “Noi auspichiamo che non ci sia più lo stesso circo mediatico” che si installò in paese dopo la scomparsa di Sarah” – ha dichiarato Antonio Iazzi, sindaco di Avetrana in carica da due anni e mezzo.
Sarah Scazzi, Michele Misseri libero per buona condotta e svuota carceri a fine febbraio
“Rispetto per la memoria di Sarah Scazzi, una bambina uccisa nel fiore dei suoi anni, e della sua famiglia”. Autrici del delitto, secondo la sentenza definitiva della Cassazione, del febbraio 2017, furono la moglie di Michele, Cosima Serrano e la figlia Sabrina Misseri, condannate per omicidio volontario in concorso.
Il sindaco di Avetrana: ‘Auspichiamo che non ci sia lo stesso circo mediatico che si instaurò dopo la scomparsa di Sarah’
Le due donne stanno scontando la pena dell’ergastolo. Secondo la ricostruzione dell’accusa, accolta nella sentenza, Misseri si occupò di nascondere il cadavere della nipote, figlia di una sorella della moglie, che frequentava assiduamente l’abitazione di famiglia, in un pozzo in campagna. L’uomo prima confessò di essere l’autore solitario dell’omicidio, poi riversò le accuse sulla figlia, infine riportò su di sé ogni responsabilità ma non fu creduto e pertanto fu condannato. L’uomo, che ha sempre detto di voler tornare a occuparsi della cura dei suoi terreni di campagna, quasi certamente vivrà nella casa di via Deledda, la stessa nella quale è stato collocato l’omicidio di Sarah.
L’avvocato Gentile: ‘Michele era stato l’unico che a un certo punto aveva aperto il suo cuore alla verità’
“Michele era stato l’unico che a un certo momento aveva aperto il suo cuore alla verità, ma è durato poco. Poi si è fatto risucchiare in questo vortice di mezze verità e retromarce. Ritrattazioni che sono assolutamente inverosimili e che hanno fatto sì che lui divenisse poi il soggetto ondivago che non è servito né alla giustizia, perché poi si è fatto a meno della sua narrazione, né a salvare la sua famiglia perché Michele avrebbe pagato oro per avere uno sguardo di vicinanza da parte della moglie e della figlia che non lo guardavano in faccia” – ha riferito all’Ansa l’avvocato Nicodemo Gentile, uno dei legali (con Valter Biscotti, Antonio Cozza e Luigi Palmieri) che ha assistito la famiglia di Sarah Scazzi.