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20 Dicembre 2023 - 16:48L’asta per 4,2 milioni di euro di una rarissima maschera scolpita africana, acquistata inizialmente per 150 euro da un rigattiere da una coppia di ottantenni, è stata convalidata martedì 19 dicembre dalla giustizia francese, che ha ritenuto che non vi fosse non c’è stato alcun inganno.
Convalidata l’asta per una maschera africana che un rigattiere aveva acquistato per 150 euro da una coppia di 80enni
Lo Stato gabonese, intervenuto all’udienza di fine ottobre per chiedere anche l’annullamento della vendita della maschera, nonché la restituzione di questo bene culturale, è stato respinto anche dal tribunale di Alès (Gard). Quest’ultimo ha comunque stimato che i primi proprietari della maschera, un impiegato in pensione di 88 anni e la moglie di 81 anni, che si erano rivolti ad un rigattiere per disfarsi della vecchia spazzatura accumulata nella loro seconda casa in Gard nel settembre 2021, “non ha dimostrato alcuna diligenza nel valutare il giusto valore storico e artistico dell’immobile”.
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Tra questi oggetti apparentemente senza valore c’era una maschera di legno intagliato appartenuta a un antenato, ex governatore coloniale in Africa, che alla fine avrebbero venduto per 150 euro, insieme a lance, un coltello da circoncisione, un mantice e strumenti musicali. Durante un’asta tenutasi a Montpellier nel marzo 2022, questa “rarissima maschera del XIX secolo, appannaggio di una società segreta del popolo Fang del Gabon” , di cui restano solo una decina di esemplari al mondo, è stata venduta per 4,2 milioni di euro, spese escluse, ad un acquirente anonimo, praticamente un record per un oggetto di questo tipo.
Gli anziani avevano chiesto di annullare la vendita accusando l’antiquario di averli ingannati
La coppia ottantenne ha chiesto al tribunale di annullare la vendita di questa maschera “a causa dell’errore commesso riguardo all’autenticità” di quest’ultima, errore che avrebbe “viziato il loro consenso”. Ritenevano inoltre che il rigattiere li avesse ingannati. “La loro negligenza e leggerezza caratterizzano il carattere inescusabile” della richiesta degli attori, ha risposto il tribunale, che quindi non ha accolto la loro richiesta di annullamento della vendita o di recupero della somma pagata in asta dall’acquirente finale.
All’udienza il commerciante ha negato qualsiasi intenzione di frode. A prova della sua onestà, ha ricordato il suo avvocato, si era offerto addirittura di pagare 300.000 euro alla coppia, l’importo del prezzo iniziale fissato dai banditori della casa d’aste di Montpellier.