Ci sarebbe un tentativo di adescamento o, forse, una rapina finita male all’origine dell’omicidio di Martino Caldarelli, 48enne di Isola del Gran Sasso (Teramo) il cui corpo è stato rinvenuto la sera di martedì 15 aprile in un laghetto in Val Vibrata. Due i soggetti ascoltati dagli inquirenti, un 40enne e la convivente 26enne dei quali in queste ore si sta valutando la posizione per i relativi provvedimenti.
Il 48enne di Isola del Gran Sasso era scomparso da alcuni giorni
Non si tratta di una piena confessione, ma dai due sarebbero arrivate dichiarazioni “molto significative” che hanno consentito di ricostruire l’accaduto. Il punto della situazione è stato fatto nel corso di una conferenza stampa dal procuratore capo di Teramo, Ettore Picardi, e dal comandante provinciale dei Carabinieri, Pasquale Saccone.
Il delitto sembra legato a un ambiente marginale di persone che vivono di espedienti e gli elementi raccolti suggeriscono che non ci sia stato un piano preciso, ma probabilmente una situazione degenerata. Il 48enne di Isola del Gran Sasso, era uscito da casa alle 14:30 di venerdì 11 aprile e da allora si erano perse le sue tracce. Alla madre aveva detto che sarebbe andato in palestra a Val Vomano ma lì non è mai arrivato.
Adescato via social dalla 26enne, l’ipotesi della rapina finita male
Prima dell’omicidio, avvenuto presumibilmente in un’abitazione a pochi chilometri dal luogo del ritrovamento del corpo, ci sarebbe stata una violenta colluttazione. La vittima è stata poi raggiunta da diversi fendenti. Il 48enne è stato descritto come persona tranquilla, forse adescata dalla 26enne attraverso i social. Il cadavere è stato individuato in un laghetto a pochi chilometri dall’abitazione di uno degli indagati. Il corpo era sott’acqua, legato a un peso per non farlo riemergere. É stato trovato grazie alle indicazioni fornite dalla donna.
Determinante per le indagini è stato il ritrovamento, domenica scorsa, dell’auto di Martino Caldarelli, riverniciata e data alle fiamme forse per occultare tracce di Dna. É da quel momento che gli investigatori hanno cominciato a lavorare sull’ipotesi di una morte violenta. Approfondimenti sono in corso su analoghi tentativi di adescamento portati avanti di recente dalla coppia.
Il legame con la madre, la passione per la musica
Il procuratore capo ha sottolineato che mancano gli ultimi dettagli, ma che si è vicini alla ricostruzione della vicenda e alla soluzione completa del caso. L’uomo era già noto alle forze dell’ordine per precedenti di droga, la donna invece senza precedenti, ma in uno stato di forte crisi emotiva, tanto da aver tentato più volte il suicidio. Cardarelli lavorava come falegname in un’azienda ma ultimamente si occupava della madre malata a cui era legatissimo. Era un grande appassionato di musica: da giovane aveva fatto il dj.