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24 Maggio 2021 - 14:21Martina Ciontoli ritiene sproporzionata la condanna a nove anni e quattro mesi per la morte di Marco Vannini ed il suo legale, Andrea Miroli, è pronto a presentare ricorso alla Corte dei diritti Europea e dopo aver letto le motivazioni della sentenza valuterà se ci sono i margini per un ricorso straordinario in Cassazione.
Il legale di Martina Ciontoli potrebbe presentare ricorso alla Corte dei diritti Europea
La fidanzata di Marco Vannini è detenuta al carcere di Rebibbia con la madre e continua a chiedere quando uscirà dalla casa circondariale. “Non ho voluto la morte di Marco. Come avrei potuto? Io gli volevo bene“. La giovane, notevolmente dimagrita, dovrà seguire un percorso di lavoro con altre detenute. Dall’altra parte Marina Conte, mamma di Marco, chiede rispetto per Marco e, nel corso della puntata del 24 maggio di Mattino 5, non ha nascosto il suo disappunto.
La figlia di Antonio Ciontoli continua a chiedere quando uscirà dal carcere
“Continuano a non assumersi le responsabilità, ma le intercettazioni ambientali del 18 maggio, poche ore dopo la morte di Marco, parlano. Stavano sul divanetto e Martina diceva di aver visto il padre quando gli ha puntato la pistola. È inutile che continuano a mentire, loro dovranno assumersi la responsabilità di quello che hanno fatto”.
La madre di Marco Vannini si è soffermata anche sul possibile ricorso alla Corte dei diritti Europea avverso la sentenza definitiva di condanna. “Di questi nove anni e quattro mesi sconteranno probabilmente la metà della pena in carcere. Mio figlio, invece, sono già sei anni che è morto e continuerà a non esserci ed io e mio marito viviamo nel dolore. Loro stanno in carcere ma usciranno e potranno rifarsi una vita, Marco non potrà più farlo”.
La madre di Marco Vannini: ‘Loro probabilmente sconteranno metà pena in carcere, io non vedrò più mio figlio’
Marina Conte ha riservato una nuova stoccata alla fidanzata del figlio. “Lei stava in quella casa ed era la ragazza di Marco. Avevano progetti insieme, si volevano sposare ed avere dei figli. Lei non si vuole assumere le sue responsabilità perché è una ragazza viziata che pensava che il padre poteva risolvere qualsiasi problema. Mio figlio poteva essere salvato”. La madre di Marco Vannini si è soffermata anche sulla congruità della pena e sulla battaglia legale che ha portato alla condanna della famiglia Ciontoli.
‘La pena giusta era 21 anni ad Antonio Ciontoli e 14 anni alla famiglia’
“Ci siamo battuti affinché gli venisse riconosciuto l’omicidio volontario al Ciontoli ed il concorso alla famiglia. Se la vogliamo dire tutta la pena giusta era 21 anni per Antonio Ciontoli e 14 anni per gli altri ma sono state riconosciute le attenuanti generiche. Nonostante ciò loro si stanno lamentando di questo, io sono stanca di tutto questo. La verità la poteva dire solo Marco che non c’è più”.