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Mahak Hashemi uccisa a 16 anni in Iran per aver indossato un berretto al posto del velo per protesta

La repressione in Iran fa un’altra giovane vittima proprio nel giorno che la Nazionale si confronta con gli Stati Uniti in un match che va oltre il significato meramente sportivo. Mahak Hashemi è morta a Shiraz, città nel sud dell’Iran, per le percosse subite dagli agenti di sicurezza per non aver rispettato l’obbligo di indossare il velo.

Manganellate fatali per la 16enne che manifestava a Shiraz contro il regime

La 16enne è stata uccisa giovedì 24 novembre e la vicenda è stata ricostruita da Masih Alinejad, attivista di base iraniano in America. Mahak era uscita per partecipare alle proteste indossando un berretto da basket. Da tempo si rifiutava di indossare il velo. “È stata selvaggiamente uccisa con i manganelli dal regime islamista mentre protestava a Shiraz” – ha scritto l’attivista che ha accusato le autorità anche di aver chiesto alla famiglia della ragazza un riscatto per la restituzione del corpo.

Mahak Hashemi faceva parte di una generazione di giovani iraniani che dallo scorso 16 settembre, dopo la morte di Mahsa Amini, rischiano quotidianamente l’arresto, la tortura e persino la vita per rivendicare libertà politica e diritti civili. 

L’attivista Masih Alinejad accusa le autorità: ‘Chiesti soldi ai genitori per la restituzione della salma’

Come Mahak, anche Reza Kazemi è stato ucciso dal fuoco delle forze di sicurezza a Kamiyaran, anche lui aveva 16 anni così come Arshiya Imamqolizadeh Alamdari arrestato per aver fatto cadere il turbante di un mullah. La sedicenne lascia il padre e due sorelle minori mentre la madre era morta qualche anno fa. Shiraz è la città dove è stata scattata una delle foto simbolo del movimento di protesta, quella del bacio “rivoluzionario”. 

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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