Louis Dassilva avrebbe chiesto ad alcuni connazionali in Senegal di fare dei riti voodoo, dando i nomi di sei poliziotti della squadra mobile di Rimini e del sostituto procuratore Daniele Paci. Vi sarebbe un messaggio in mano agli inquirenti ed inserito nel fascicolo di indagine sull’omicidio di Pierina Paganelli e risalirebbe a non molto tempo dopo il delitto, quindi nel 2023.
Louis Dassilva avrebbe chiesto aiuto ad alcuni ‘stregoni’
Il messaggio inviato ad alcuni ‘stregoni’ in Senegal conteneva i nomi degli inquirenti e veniva chiesto un rito di tradizione voodoo, alcuni dei quali richiedono il sacrificio di animali. Lo stesso Dassilva, interrogato in carcere dal gip Vinicio Cantarini il 17 marzo, detenuto dal 16 luglio 2024, avrebbe ammesso di credere nel voodoo. Al gip, che sta valutando la richiesta di scarcerazione presentata dai legali Riario Fabbri e Andrea Guidi, e in questi giorni sta interrogando la nuora di Pierina, Manuela Bianchi, ha parlato di alcune bottiglie di vino comprate e regalate alla donna e alcune polverine spedite dal Senegal “per purificazione”, che si mettono nelle bottiglie per alcuni riti voodoo.
Le polverine spedite in Senegal: ‘Crede nei riti voodoo’
“Ci credo, ma la bottiglia che aveva lasciato davanti al garage era vuota. I riti voodoo esistono per diversi scopi per purificarsi dal maleficio, per mandare un maleficio o affinché ti vada bene qualcosa. Valgono indipendentemente che uno ci creda o no”, avrebbe spiegato. Il voodoo commissionato in Senegal dal 35enne era specificatamente indirizzato ad agenti della squadra mobile e al pm.