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‘L’ho uccisa con le mie mani’, Liliana soffocata dal partner a Tombolo: si è costituito

L’ho uccisa io con le mie mani“. Una donna soffocata a mani nude è stata uccisa dal partner e abbandonata sul pavimento.

La 56enne Liliana Cojita uccisa al culmine di una lite da Youssef Maid a Tombolo

Il nuovo femminicidio si è consumato a Tombolo, piccola cittadina dell’alta Padovana. La vittima, Liliana Cojita, è una donna romena di 56 anni; ad ucciderla un marocchino di 49 anni, Youssef Maid, con cui aveva una relazione sentimentale. L’ha afferrata al collo in un impeto di rabbia sino a soffocarla. Appena si e è reso conto di quello che aveva fatto si è recato nella caserma dei carabinieri e si è costituito. 

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La vittima era arrivata in Veneto da quasi un anno per aiutare la sorella che viveva in zona e aveva preso regolare residenza in paese. Era in Italia da una ventina d’anni. La relazione tra i due viene fatta risalire più o meno al suo arrivo nel Padovano. Dello straniero si sa che lavorava come operaio in una ditta della zona e che era già noto alle forze dell’ordine per piccoli precedenti. 

La tragedia si è verificata intorno delle 14:30 di giovedì 21 settembre in una abitazione ad un piano di via Vittorio Veneto, nel pieno centro del paese, a soli 200 metri dalla casa del sindaco. La residenza è stata transennata per consentire al magistrato Roberto D’Angelo e agli uomini della scientifica di ricostruire quanto accaduto. 

La discussione sarebbe legata all’abitazione: la coppia doveva lasciarla entro novembre

L’ipotesi seguita dagli investigatori è che ci sia stata una lite tra i due per futili motivi terminata nel sangue e con la morte della donna. Una discussione che secondo alcune testimonianze sarebbe scaturita dall’appartamento che i due dividevano con altre due persone, uno straniero e un italiano.

Più di qualcuno racconta che i quattro, in stato di emergenza abitativa, avevano trovato alloggio, a fianco di un appartamento gemello grazie al favore del proprietario che tuttavia entro novembre aveva chiesto di riottenerlo. Proprio l’abbandono dell’alloggio, secondo alcune fonti, potrebbe aver innescato la discussione, facendola degenerare. 

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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