Il caso di Liliana Resinovich dopo tre anni viene ribaltato. Che il vento giudiziario fosse cambiato lo si era intuito e sembravano provarlo le varie indiscrezioni trapelate. Poi la Procura con una nota stringata ma efficace, lo aveva sancito parlando di una “profonda rivalutazione” sulla scorta della perizia medico-legale (già letta dal procuratore facente funzioni Federico Frezza). Dopo la comunicazione del nuovo pm del caso, Ilaria Iozzi, che la perizia era stata depositata gli avvocati hanno potuto leggere o almeno visionare la corposa e complessa consulenza.
Liliana Resinovich, la perizia: ‘Morte per strangolamento’
Confutata la tesi del suicidio che tanto scetticismo aveva suscitato, la relazione parla del coinvolgimento di terzi; e la scelta di finirla diventa invece omicidio. La consulenza, commissionata nel gennaio 2024, dopo rinvii, è giunta nella notte tra venerdì 28 febbraio e sabato 1° marzo. Porta la firma della antropologa Cristina Cattaneo, dei medici legali Stefano Tambuzzi e Biagio Eugenio Leone e dell’entomologo Stefano Vanin. I quesiti posti erano stabilire la data della morte di Liliana (la prima perizia la indicò 48-60 ore prima del rinvenimento) e la natura di segni e lesioni sul corpo.
Questi ultimi fanno pensare a un intervento di terzi, che poi ne avrebbero causato la morte. Per soffocamento, più probabilmente per strangolamento: asfissia meccanica. Liliana sarebbe stata presa alle spalle e messa nelle condizioni di non poter reagire, colpita al volto e poi strangolata, con una torsione brusca del collo, una compressione con l’avambraccio che avrebbe causato anche la frattura a una vertebra.
Dubbi sulla tesi del congelamento
Uccisa lo stesso giorno in cui è scomparsa, il 14 dicembre 2021. Rimane forse un quesito: il cadavere è stato trovato il 5 dicembre 2022 nel boschetto dell’ex Opp, poco distante da casa. E’ stato lì per oltre venti giorni? La perizia comunque non parla di congelamento del corpo. Forse proprio per queste incertezze gli esperti auspicano nuove, specifiche indagini. Oggi è intervenuto l’avvocato Nicodemo Gentile, legale di Sergio Resinovich, il fratello di Liliana. “Tanta desolazione e tanta amarezza”, “per affermare l’evidente abbiamo dovuto impiegare oltre tre anni”. Ma ora “inizierà un nuovo corso”. “Il tempo perso sarà recuperato dagli importanti professionisti della Procura e presto avrà un nome e un cognome chi l’ha bestialmente aggredita”. E chissà che non sia imminente l’iscrizione nel registro degli indagati di alcuni protagonisti.
Claudio Sterpin senza freni: ‘Il marito sa la verità’
“Il marito di Liliana conosce la verità sull’assassinio della moglie. Se non è stato lui a ucciderla, aiutato da qualcuno, è il mandante dell’omicidio per ragioni economiche” – ha tuonato Claudio Sterpin su Repubblica. “Si conferma una cosa che ho detto tre anni fa. Liliana non poteva essersi suicidata con i programmi che avevamo in comune. Insenato un finto suicidio, solo un allocco ci poteva cadere” – ha aggiunto il presunto amante di Lilly. “Non ho nessun problema a essere indagato, assieme a un’altra decina di persone”, che “sono parte in causa”.
Il marito di Liliana, Sebastiano Visintin, aveva affermato che “tutte le persone che hanno ruotato attorno alla vita di Liliana devono essere sentite”: familiari, vicini di casa e lui stesso. “Chiedo di essere sentito, non ho niente da nascondere”.