Dopo 28 anni trascorsi dietro le sbarre per l’omicidio di Maurizio Gucci, Benedetto Ceraulo, torna tragicamente al centro della cronaca. Il 63enne, originario di Caltanissetta, avrebbe sparato al figlio Gaetano al culmine di un acceso litigio per poi rivolgere l’arma contro se stesso in un drammatico tentativo di suicidio. Il fatto è avvenuto la mattina del 22 aprile a Santa Maria a Monte, in provincia di Pisa, dove Ceraulo viveva da solo da circa due anni.
Benedetto Ceraulo spara al figlio Gaetano al culmine di una lite
Il figlio, 37 anni, è riuscito a salvarsi, pur riportando ferite al volto provocate dai colpi esplosi da una pistola di piccolo calibro. Dopo l’aggressione, ha trovato la forza di mettersi in auto e dare l’allarme al 112. Ora si trova all’ospedale di Pontedera, dove verrà operato, ma non sarebbe in pericolo di vita. Più critiche le condizioni di Ceraulo, ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale di Pisa.
L’uomo, una volta uscito dal carcere, aveva provato a ricostruirsi una vita attraverso la viticoltura, una passione nata durante la detenzione sull’isola di Gorgona grazie a un progetto avviato con il marchese Frescobaldi. Dopo un periodo a Fauglia, si era trasferito nella casa di campagna di Santa Maria a Monte.
Dopo essere tornato libero si occupava di viticoltura
Nel 1995 Ceraulo, allora 32enne, venne riconosciuto come l’esecutore materiale del delitto Gucci, organizzato dall’ex moglie della vittima, Patrizia Reggiani. Per quel crimine fu condannato a 28 anni e 11 mesi, pena poi confermata in Cassazione. Aveva sempre negato di essere il killer, ma secondo la giustizia italiana fu pagato 150 milioni di lire per il delitto.