“Noi abbiamo il nostro dolore, e ce lo portiamo fino alla tomba”. Così parlava Carla Gatto, all’esterno del tribunale di Venezia, dopo la sentenza che ha condannato all’ergastolo l’omicida della sua amata nipote, Giulia Cecchettin. Venerdì 14 febbraio è morta a Verona, a 76 anni, per un improvviso aggravamento delle sua condizioni di salute, aggiungendo dolore al dolore della famiglia che è diventata un simbolo della lotta al femminicidio.
Carla Gatto è morta all’età di 76 anni, il figlio Gino le dedica il brano di Cristicchi
Madre di Gino Cecchettin, Carla Gatto era nota per la sua attività culturale, come scrittrice e pittrice. A Giulia ha dedicato il suo libro “Con lo zaino in spalla e…”, storia di una ragazza che fugge dalla violenza. Per lei da Gino è arrivata una dedica via social, con una citazione a lutto della canzone “Quando sarai piccola”, che Simone Cristicchi ha portato al Festival di Sanremo. Carla viveva nel rodigino e – secondo quanto appreso – avrebbe accusato un malore nei giorni scorsi venendo trasportata d’urgenza all’ospedale di Verona, dove è deceduta. A partire da dicembre aveva iniziato a sottoporsi a controlli, a causa di alcune difficoltà respiratorie.
La sua figura si è stagliata nella tragica vicenda della nipote come sostegno della famiglia, accanto a Gino e agli altri due nipoti, Elena e Davide, e in molti momenti pubblici, prima e dopo il delitto per ricordare, sensibilizzare, ammonire contro la violenza di genere. “Era una ragazza forte – aveva ricordato Giulia in un’occasione – ma allo stesso tempo aveva un animo buonissimo, ed era eternamente allegra, per lei andava sempre tutto bene. Era come una ragazzina, amava i pupazzi, era una rosa che sta sbocciando”. Anche in occasione dei funerali padovani di Giulia, Carla Gatto ha sottolineato che era “una giornata molto dolorosa. Comunque, noi il dolore lo viviamo con la mente, con il cuore e con il corpo, nel nostro intimo, nel nostro modo di rapportarci agli altri. Il fatto di essere delle persone serie, con il nostro modo di essere anche in altre occasioni in cui abbiamo dovuto affrontare cose”.
Parlando di Filippo Turetta, si era detta dispiaciuta per i genitori “perché penso sia un dolore terribile per loro sapere cos’ha fatto loro figlio. Un pensiero per lui? Non lo so, non lo conoscevo, l’ho intravisto una volta sola. Giulia era innamorata all’inizio, era il suo primo amore. Poi, quando ha manifestato qualche scontento ho detto che aveva fatto bene a lasciarlo, che avrebbe dovuto costruire la sua vita andando avanti per la sua strada e che avrebbe trovato l’uomo giusto per lei”.
Il libro, la battaglia silenziosa in tribunale, il ricordo della comunità di Vigonovo
Al processo si era costituita parte civile, mantenendo un atteggiamento silenzioso e rispettoso della giustizia. Alla fine, come risarcimento la Corte d’Assise ha disposto per lei 30mila euro. Ma all’uscita del tribunale il suo commento fu amaro: “Non si prova più niente”. “La nostra comunità è profondamente addolorata per la perdita di Carla Gatto. Era una donna di grande talento e forza, che ha dedicato la sua vita all’arte e alla famiglia”. Lo afferma in una nota Luca Martello, sindaco di Vigonovo (Venezia), dove vive la famiglia di Giulia Cecchettin.
“Le sue battaglie contro la violenza di genere – prosegue Martello – hanno contribuito a lasciare un segno profondo in tutti noi. Vigonovo si stringe attorno a Gino Cecchettin e alla sua famiglia con affetto e vicinanza in questo momento di dolore”.