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8 Novembre 2022 - 15:05La bara di legno chiara, un cuscino di rose e margherite ed oltre 500 persone per l’ultimo saluto a Miriam Ciobanu, travolta e uccisa a Paderno di Pieve del Grappa nel pomeriggio di lunedì 7 novembre. Le esequie sono state celebrate nella chiesa parrocchiale di Onè di Fonte, in provincia di Treviso.
In 500 a Onè di Fonte per l’ultimo saluto a Miriam, rose e margherite per lei: la toccante omelia
“Essere qui a salutare Miriam impone ad ognuno di noi il coraggio e la forza di non vivere più come abbiamo vissuto perché il tempo è troppo breve per farci travolgere dal dolore” – le parole di don Gabriele Fregonese al termine dell’omelia. Inconsolabili papà Giovanni, mamma Adriana e la sorella Charlie che hanno provato a darsi forza stringendosi in un forte abbraccio. Con loro la zia materna, i nonni Flora e Giovanni, l’ex fidanzato Enrico.
In chiesa c’era anche il fidanzato, Tommaso Del Bello, accompagnato dal papà, che la sera del 1° novembre aveva litigato con Miriam che poi nel cuore della notte si era allontanata dalla sua abitazione per far ritorno a casa a piedi dopo che il papà non aveva risposto a telefono. Durante il tragitto la 22enne è stata investita dal 23enne Alessandro Giovanardi, risultato positivo all’alcol ed al droga test. Una presenza discreta quella del giovane ma che non è passata inosservata.
Tensione all’esterno della chiesa: mamma Adriana allontana il fidanzato della 22enne
All’uscita della chiesa mamma Adriana l’ha invitato ad allontanarsi con parole durissime. “Per rispetto non dovevi neanche presentarti qui” – ha detto ad alta voce nel rivolgersi al diciannovenne in stampelle per un incidente in cui era rimasto coinvolto ad inizio ottobre con Miriam che in quella circostanza era rimasta illesa. In chiesa erano presenti i sindaci Luigino Ceccato di Fonte, Annalisa Rampin di Pieve del Grappa e Fabio Marin, primo cittadino di San Zenone degli Ezzelini, città di origine dell’automobilista che ha investito la 22enne. Tra le corone di fiori anche quella dei dipendenti dell’azienda della PreZero Polymers per la quale lavorano sia il padre della vittima, Giovanni Ciobanu, che Mario Giovanardi, genitore dell’investitore.