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Famiglia travolta a Santo Stefano, la 32enne tedesca avrebbe inveito: viveva in auto ed era già stata denunciata

Nel riquadro padre e figlio morti nell'incidente

Hanno dato esito negativo gli esami alcolemici e tossicologici sul sangue prelavato giovedì 6 luglio ad Angelika Hutter, la donna di 32 anni originaria di Deggendorf nella Baviera orientale che ha investito quattro persone uccidendone tre a Santo Stefano di Cadore nel Bellunese. Al vaglio degli inquirenti anche il possibile uso del cellulare da parte della donna.

Angelika Hutter è risultata negativa sia all’alcol test che all’esame tossicologico

La donna è stata arrestata ed è ristretta al carcere di Venezia a seguito della gravità di quanto commesso alcune ore prima.  Con l’ausilio di una traduttrice ha detto di essere in Italia “per farsi un giro”, che è disoccupata e di aver perso il controllo dell’auto finendo contro la famigliola che camminava sul marciapiede. 

Chi l’ha potuta avvicinare Angelika Hutter ha ricavato l’impressione di una sbandata senza fissa dimora, abituata a vivere di espedienti. La donna era stata fermata e denunciata qualche giorno fa a Bolzano perché trovata in possesso di oggetti atti ad offendere. Secondo alcune testimonianze dopo l’incidente la donna avrebbe iniziato ad inveire contro i corpi delle vittime: “Andava almeno a 160 km/h”, tesi che sarà verificata dagli accertamenti che saranno effettuati dai tecnici.

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Dai primi riscontri risulta che non alloggiasse in nessun albergo della zona e la presenza di coperte e cibo emerse tra le lamiere dell’Audi A3 che aveva noleggiato, fanno pensare che la 32enne di  Deggendorf avesse trasformato quell’auto nella sua abitazione.

Hutter, che dovrà rispondere di omicidio stradale, ha ucciso Marco Antonello di 48 anni, suo figlio Mattia di 2 anni (deceduto poco dopo il ricovero in ospedale a Belluno) e la nonna Mariagrazia Zuin di 65, tutti residenti a Favaro Veneto in provincia di Venezia. Ferita ma non in maniera grave la madre di Mattia, Elena Potente di 42 anni, mentre Lucio Potente, 67 anni, è stato ricoverato in ospedale dopo essere stato colto da malore per aver visto i corpi senza vita dei suoi car

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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