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Europee 2024, da Renzi a Sgarbi fino a Cecchi Paone: gli esclusi eccellenti

Bocciati per non aver raggiunto la soglia di sbarramento del 4 per cento o ‘esclusi’ dal nuovo Parlamento europeo per poche preferenze o non sufficienti. Da Matteo Renzi a Vittorio Sgarbi, da Cateno De Luca a Carlo Calenda e Alessandro Cecchi Paone, fino al leghista Claudio Borghi fino ad Alessandra Mussolini.

Matteo Renzi, Emma Bonino e Carlo Calenda non superano lo sbarramento

Tanti i nomi ‘illustri’ che non dovranno acquistare un biglietto aereo per Bruxelles. Ma non mancano nemmeno le curiosità: c’è chi ha cavalcato l’onda dell’anti-Vannacci e chi ha scommesso sul ‘me o lui/lei’. O chi, ancora, ha giocato tutto sull’antieuropeismo. Tra gli esclusi per mancanza di quorum c’è il leader di Italia viva Matteo Renzi, stessa sorte per la storica radicale Emma Bonino, alleati sotto il simbolo degli Stati Uniti d’Europa, lista che non ha raggiunto il 4%.

Stesso motivo per il leader di Azione Carlo Calenda. Soglia di sbarramento lontana anche per la lista Libertà di Cateno De Luca e per la lista Pace Terra e Dignità di Michele Santoro, nonostante le molte preferenze. Male anche Alternativa popolare di Stefano Bandecchi, sindaco di Terni e noto alle cronache per alcune frasi sul fascismo (“Fossi vissuto in quell’epoca sarei stato un fascista della prim’ora. Perche’ Mussolini ha fatto anche cose giuste”) e altre dichiarazioni sessiste (“Un uomo normale guarda il culo di una donna e forse ci prova”).

Non ce la fanno Cateno De Luca, Michele Santoro e Stefano Bandecchi

Tra i non eletti nonostante le liste in cui erano candidati abbiano superato abbondantemente la soglia di sbarramento, saltano agli occhi alcune curiosità: non ce la fa Vittorio Sgarbi, critico d’arte ed ex esponente di governo – dimessosi per la vicenda legata alla presunta violazione della normativa antitrust sul conflitto di interessi – che in campagna elettorale si e’ fatto notare per il van ribattezzato “capramobile”, mutuando il nome da una espressione colorita a lui cara.

Non vince la sfida delle preferenze nemmeno l’ex leghista Marco Reguzzoni, candidato come indipendente nelle liste di Forza Italia e tornato alle cronache a urne aperte per l’endorsement di Umberto Bossi, che ha annunciato di votare per lui anziché per il suo storico partito, la Lega (facendo infuriare Salvini).

Marco Reguzzoni fuori nonostante il sostegno di Bossi, Alessandra Mussolini terzultima nella circoscrizione sud

Non eletto nemmeno il leghista doc Claudio Borghi, la cui richiesta di dimissioni al Capo dello Stato, a ridosso dal voto, ha scatenato un putiferio. Non ce l’ha fatta Alessandra Mussolini che si presentava in due circoscrizioni con Forza Italia. In quella centrale è ottava con meno di 6mila preferenze e in quella Sud addirittura finisce terzultima (16° posto) con poco più di 7 mila preferenze.

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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