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4 Luglio 2020 - 16:12Si trova in terapia intensiva dopo aver rifiutato in un primo momento il ricovero all’ospedale San Bortolo di Vicenza. Un dirigente di un’azienda (definito anche il paziente 1 del focolaio vicentino) con 170 dipendenti a un passo dai Colli Berici, non molto distante da Vo’ ha iniziato a sentirsi male dopo essere rientrato da un viaggio di lavoro in Serbia per sistemare le attività nell’area balcanica dopo il lungo lockdown.
Coronavirus nel vicentino, il viaggio in Serbia del dirigente d’azienda
Durante il breve soggiorno l’uomo sarebbe venuto in contatto con un settantenne serbo (paziente 0) sintomatico finito in terapia intensiva e successivamente morto (come riferito dal Governatore del Veneto Zaia). Rientrato dalla Serbia e poi ripartito il 20 giugno in compagnia di due operai che vivono nel vicentino alla volta di Medjugorje, Bosnia, per rientrare il 25 giugno.
L’uomo ha partecipato ad una festa di compleanno e ad un funerale
Al rientro l’imprenditore ha iniziato avvertire i primi sintomi. Inappetenza, febbre a 38 e malessere generale. Nonostante ciò l’uomo ha partecipato prima ad una festa di compleanno alla quale erano presenti anche i giornalisti Giuseppe Cruciani e Alberto Gottardo che sono andati via prima del suo arrivo. L’uomo era rimasto in disparte nonostante, in genere, fosse molto estroverso e di compagnia come assicurano i conoscenti.
Febbre a 38 ed inappetenza: il controllo all’ospedale di Noventa Vicentina e la positività al Covid 19
In seguito ha partecipato anche ad un funerale durante il quale è stato visto abbracciare anche la moglie del defunto. Con il peggiorare delle condizioni fisiche l’imprenditore di Sossano ha deciso di recarsi in ospedale il 28 giugno per un controllo all’ospedale di Noventa Vicentina e fare il tampone dal quale è poi emersa la positività al coronavirus.
In terapia intensiva dopo aver rifiutato il ricovero in un primo momento, 4 casi accertati
Con il suo aiuto sono stati ricostruiti i contatti in seguito ai quali è emersa la positività al Covid 19 di un residente di Pojana Maggiore, di una persona di Origiano che aveva viaggiato con lui, di un dipendente dell’azienda Laserjet e di una donna cinese. Ottantanove in totale le persone venute in contatto con il dirigente che sono state messe in quarantena.
Dopo aver rifiutato il ricovero in un primo momento, operatori medici e lo stesso sindaco l’hanno convinto a tornare all’ospedale San Bortolo di Vicenza dove ora si trova in terapia intensiva.