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Ciccio e Tore, la sorella dei fratellini di Gravina in Procura: ‘Abbiamo prove schiaccianti’

“La riapertura delle indagini nel 2012 per noi fu una grande notizia, ma un anno dopo arrivò l’archiviazione perché, secondo i giudici, gli indizi prodotti non erano sufficienti. Adesso però siamo in possesso di prove scottanti che portano alla verità, siamo pronti a portarle in Procura e ci auguriamo che finalmente giustizia sia fatta”. 

Ciccio e Tore ritrovati morti nel 2008, Filomena Pappalardi andrà in Procura con nuove prove

Lo riferisce al Corriere del Mezzogiorno, Filomena Pappalardi, 34 anni, sorella di Francesco e Salvatore, fratellini di Gravina, in provincia di Bari, tristemente noti come Ciccio e Tore. La sera del 5 giugno 2006, quando avevano 13 e 11 anni, scomparvero nel nulla dalla città in cui vivevano con il padre Filippo e furono ritrovati il ​​25 febbraio 2008 nella cisterna di una casa abbandonata. “Adesso, a 16 anni dal ritrovamento ed a 18 dalla scomparsa, la madre Rosa Carlucci e la sorella dei fratellini ritengono di avere gli elementi per poter tornare a indagare su quella sera” – riporta il quotidiano.

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Cosa è successo veramente, perché Ciccio e Tore erano lì, e con chi? Sono stati spinti in quella cisterna? E se erano in compagnia, perché nessuno ha chiamato i soccorsi, lasciando i due fratellini a un tragico destino? A queste domande Rosa e Filomena, assistite dall’avvocato Giovanni Ladisi e dal consulente Rocco Silletti, credeva di avere finalmente trovato delle risposte. E la settimana prossima – anche se se ne parla già da un anno – dovrebbero presentarsi in Procura a Bari per chiedere formalmente la riapertura delle indagini,

‘Ci sono persone che sanno perfettamente cosa è successo ma hanno taciuto per anni’

“Ci sono persone che sanno perfettamente cosa è successo, ma hanno taciuto per anni. Voglio che venga fatta giustizia per i miei fratelli” – dice ancora Filomena. Le indagini condotte all’epoca, come ricorda il quotidiano, si indirizzarono subito in un’unica direzione, cioè quella della colpevolezza del padre dei bimbi, Filippo Pappalardi, indagato e poi arrestato e infine definitivamente scagionato da ogni accusa una volta accertata la sua totale estraneità ai fatti.

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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